Principale Attualità & Cronaca Comunicati stampa 250° anniversario dalla fondazione del Corpo della Guardia di Finanza

250° anniversario dalla fondazione del Corpo della Guardia di Finanza

Questa non è ancora la nostra festa e vi spieghiamo il perché.

Solo la smilitarizzazione rende veramente liberi

Parafrasando una celebre frase, veritas vos liberabit (“la verità vi renderà liberi” ), nel nostro essere piccoli, semplici e con i piedi per terra, intendiamo lanciare un messaggio non solo ai dipendenti della Guardia di Finanza ma a tutti quegli italiani che amano la Pace ed il nostro Paese.
Il Movimento dei Finanzieri Democratici e la sua moderna appendice, che è il Sindacato Finanzieri Democratici, è sempre stato, sin dall’ormai lontano 1976 (data della fondazione del Movimento), a favore della Pace e contro ogni forma di guerra, di violenza e/o di sopraffazione. Questa associazione si batte altresì per l’equità fiscale, realizzabile solo quando – tramite la smilitarizzazione del Corpo – la Guardia di Finanza tornerà alle sue origini di Corpo civile dello Stato, al servizio dei cittadini, senza stellette e, nell’epoca attuale, di sola polizia fiscale e tributaria.
Sono trascorsi ormai alcuni anni da quando l’allora Presidente del Parlamento Europeo, il compianto David Sassoli, già giornalista professionista della RAI, indicò una preoccupante evasione fiscale presunta di oltre 100 miliardi di euro. Dispiace doverlo dire ma in questi anni che sono trascorsi da allora la situazione non è affatto migliorata, anzi, le recentissime stime presuntive danno l’elusione e l’evasione fiscale in netto aumento. Evidentemente molte cose non hanno funzionato nell’apparato fiscale e tributario italiano, chi ha speculato ed evaso è diventato sempre più ricco mentre chi lavora ed è spesso sfruttato e sottopagato, continua nella sua lotta per la quotidiana sopravvivenza. E’ questo aspetto che il Movimento dei Finanzieri Democratici vuole cambiare, modificare, è giusto pagare meno tasse ma è altresì corretto che tutti le paghino, specialmente coloro che, fino ad oggi, hanno portato i loro capitali all’estero per sottrarli al fisco.
E’ ancora molto alto il tasso di suicidi fra i dipendenti della Guardia di Finanza, un chiaro sintomo di malessere generalizzato, di profonda insoddisfazione, di problematiche legate a continui trasferimenti di sede, pratiche disciplinari indiscriminate ed a volte prive di senso, valutazioni caratteristiche che spesso offendono la dignità, la preparazione e la cultura, dell’uomo o della donna presente sotto la divisa. I Finanzieri non sono dei soldatini ma degli esseri umani consapevoli dei loro doveri ma anche dei loro diritti. Se ne sono accorti dopo ben 4 anni (ma meglio tardi che mai) dell’inutilità della cosiddetta Rappresentanza Militare, che si è sovrapposta in questo periodo ai Sindacati nati da una durissima lotta interna che ha mietuto anche delle vittime illustri: alti Ufficiali ai quali è stata stroncata la carriera e Finanzieri perennemente spiati e sotto accusa solo perché chiedevano quanto tutti i lavoratori senza divisa avevano già ottenuto da molti decenni. Pure la Magistratura, che deve dimostrare sicuramente un livello di imparzialità superiore alle donne ed agli uomini in divisa, aveva già da tempo i suoi sindacati di categoria a rappresentarla.
Infine vogliamo ricordare le centinaia di dipendenti della Guardia di Finanza che sono state esposte alle mortali fibre di amianto/eternit per ragioni di servizio e tutti quegli altri che, pur essendo stati esposti, sono inconsapevoli di esserlo stati e si portano dentro il seme di una malattia incurabile: il mesotelioma della pleura, il più aggressivo dei tumori maligni.
I vari Comandi anziché essere premurosi, sensibili, e rilasciare l’apposita certificazione con lo stato di servizio, indispensabile per iniziare l’iter di riconoscimento, evitano – in maniera inspiegabile – di farlo. Questa oltre ad essere palese insensibilità si sta ritorcendo contro la stessa Amministrazione, nell’ambito di lunghissimi processi che vedono – per fortuna – spesso vincenti le vittime di questa esposizione legata al servizio svolto. Ed è anche per questo che oggi diciamo con fermezza a tutti gli italiani che questa non è ancora la nostra festa; lo diventerà solo quando tutto verrà messo al suo posto. Non vincerà questa battaglia chi vuole fare cadere nell’oblio talune incresciose vicende anche giudiziarie, ma chi vuole portarle a galla per risolvere quei problemi che sono stati nascosti sotto la cenere.
Confidiamo nel Capo dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella, affinchè faccia da garante per le nostre lotte di lavoratori in divisa o di pensionati che quella divisa hanno indossato, giurando fedeltà alla Repubblica Italiana.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE “MOVIMENTO DEI FINANZIERI DEMOCRATICI”  

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