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Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia

Wilhelm Marstrand, Don Quixote og Sancho Panza ved en skillevej, u.å. (efter 1847)

“Inoperoso lettore, ben mi potrai tu credere, senza che te lo giuri, che questo libro, perché figlio del mio intelletto, vorrei che fosse il più bello, il più giocondo e il più assennato che potesse immaginarsi”

Così inizia il famoso libro di Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia.

Un libro che pubblicato in due volumi nel 1605 e 1615 ha compiuto fino a oggi 601 anni, secondo solo alla Divina Commedia che ne è più di 700. Nessuna polvere tranquilli. L’epopea cavalleresca di Don Chisciotte è rimasta intatta fino a noi e non accenna a perdersi nella polvere del tempo.

L’autore nasce in Spagna ad Alcalá de Henares nel 1547 da una famiglia modesta.

A 23 anni scappa in Italia per sfuggire al taglio della mano destra perché accusato di aver ferito un certo Antonio de Segura.

L’Italia dunque ha salvato Don Chisciotte.

In Italia è prima cortigiano, anche presso la corte degli Acquaviva, nel Ducato di Atri in Abruzzo.

È dall’Italia che parte per entrare, da soldato, nella flotta della Lega Santa che sconfiggerà quella turca nella battaglia di Lepanto.

Nella battaglia rimane ferito e perde per sempre l’uso della mano sinistra. Per fortuna non era mancino. Sono anni turbolenti.

Nel 1575 mentre era diretto da Napoli per la Spagna la galea Sol sulla quale viaggia viene assalita dal rinnegato Arnaut Mami ed è catturato dai pirati e tenuto in cattività per cinque anni fino al pagamento di un suo riscatto, ad opera delle missioni dei trinitari, fondate da San Giovanni de Matha.

È il 24 ottobre del 1580.

Si può dire di questo autore che scrisse davvero in condizioni sfavorevoli. Ovvio che nel suo tempo non ebbe successo. Don Chisciotte è impegnativo, lo scrive in dieci anni e in una età matura, Da 57 ai 67 anni. E muore subito dopo.

Il protagonista Don Chisciotte è un uomo sulla cinquantina, quasi come per richiamare se stesso, hidalgo spagnolo di nome Alonso Quijano, morbosamente appassionato di romanzi cavallereschi.

La storia è nota e non la richiamiamo.

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