Del nostro Edgar Allan Poe oggi parliamo di un racconto.
Il genere letterario che può essere più comodo d’estate, nel mentre si sta prendendo il caffè, prima di andare a mare.
I racconti di Poe sono intriganti, misteriosi, poi in questo del messaggio nella bottiglia ci sta una diffusissima pratica del messaggio affidato al mare in voga fino a tutto il XIX secolo.
Persino Cristoforo Colombo n balia di una tormenta, scrisse un messaggio dove riportava tutte le sue scoperte e lo infilò in una bottiglia; nel suo comunicato chiese anche a chi lo avesse letto di consegnare il messaggio alla Regina di Spagna. Colombo sopravvisse, e non si sa che fine abbia fatto il suo messaggio.
Edgar Allan Poe scrisse questo racconto, pubblicato per la prima volta il 19 ottobre 1833 sul Baltimore Saturday Visiter, e vinse un premio di 50 dollari indetto dallo stesso periodico.
La trama parla di un viaggio sul mare
Una sera sopraggiunge improvvisa una tempesta. Le onde spazzano via l’intero equipaggio; unici superstiti il narratore e un vecchio marinaio svedese.
Passano alcuni giorni e il sole gradualmente perde i suoi raggi finendo per spegnersi, mentre il mare in tempesta stranamente non produce più schiuma né la fosforescenza tipica delle acque tropicali.
La nave vaga nelle tenebre, minacciata da onde gigantesche.
Un giorno sopra una di queste immense onde scorge una gigantesca nave nera la quale, precipitando, catapulta il protagonista sopra la misteriosa nave. Subito si nasconde ma l’equipaggio, formato da uomini decrepiti, pare non accorgersi della sua presenza.
Abituatosi alla vita nella nave-prigione fantasma, sempre più sospinta verso il polo sud dalle correnti, inizia a compilare un memoriale manoscritto che si chiude poco prima che la nave venga inghiottita da un vortice.
Il manoscritto sarà ritrovato all’interno di una bottiglia.
Dalle immagini del racconto si capisce da dove abbiano tratto ispirazione gli sceneggiatori del film sui i Pirati con Johnny Depp
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