Principale Ambiente & Salute L’Unione Europea dice basta alla plastica monouso

L’Unione Europea dice basta alla plastica monouso

Inquinamento da Plastica

di Pasqualina Stani

Le nuove norme per contrastare la diffusione dei 10 prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa, sono state approvate dall’Unione Europea. Posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini, cannucce, bastoncini per la pulizia delle orecchie saranno fabbricati con materiali sostenibili.

C‘è un costante aumento dei rifiuti di plastica negli oceani e nei mari e per i danni che ne conseguono, la Commissione europea propone nuove norme per i 10 prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa e per gli attrezzi da pesca perduti e abbandonati.

Saranno messi al bando i prodotti di plastica monouso per i quali sono facilmente disponibili soluzioni alternative, mentre si limiterà l’uso di quelli di cui non esistono valide alternative riducendone il consumo a livello nazionale. Quindi non a tutti i prodotti si applicheranno le stesse misure. I produttori dovranno poi rispettare requisiti di progettazione ed etichettatura e sottostare a obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti.

Con le nuove norme si prevede il divieto di commercializzare determinati prodotti di plastica: dove esistono alternative facilmente disponibili ed economicamente accessibili, i prodotti di plastica monouso saranno esclusi dal mercato. I contenitori per bevande in plastica monouso inoltre, saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore. Gli Stati membri dovranno ridurre l’uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica e potranno farlo fissando obiettivi nazionali di riduzione, mettendo a disposizione prodotti alternativi presso i punti vendita, o impedendo che i prodotti di plastica monouso siano forniti gratuitamente.

Per coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti, i produttori contribuiranno come pure i costi delle misure di sensibilizzazione per diversi prodotti tra cui contenitori per alimenti, pacchetti e involucri, contenitori e tazze per bevande, prodotti del tabacco con filtro, salviette umidificate, palloncini e borse di plastica in materiale leggero.

Previsti incentivi al settore industriale per lo sviluppo di alternative meno inquinanti. Entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, introducendo anche sistemi di cauzione-deposito. Altri prodotti inoltre, dovranno avere un’etichetta chiara e standardizzata che indichi come devono essere smaltiti, il loro impatto negativo sull’ambiente e la presenza di plastica. Questa prescrizione si applicherà agli assorbenti igienici, alle salviette umidificate e ai palloncini.

Gli Stati membri dovranno anche sensibilizzare i consumatori all’incidenza negativa della dispersione nell’ambiente dei prodotti e degli attrezzi da pesca in plastica, ai sistemi di riutilizzo disponibili e alle migliori prassi di gestione dei rifiuti per questi prodotti. I fabbricanti dovranno coprire i costi della raccolta quando questi articoli sono dismessi e conferiti agli impianti portuali di raccolta, nonché i costi del successivo trasporto e trattamento; dovranno anche coprire i costi delle misure di sensibilizzazione.

Da Legambiente a Greenpeace a Marevivo, le principali associazioni ambientaliste hanno tutte accolto le novità decise da Bruxelles con moderato entusiasmo. Contrariata dal provvedimento invece PlasticsEurope, l’associazione europea della plastica a cui aderisce l’italiana Federchimica, secondo la quale il divieto sull’uso di prodotti in plastica monouso non è affatto la soluzione per risolvere il problema del “marine litter”, ossia l’inquinamento dei mari.

La plastica è un materiale straordinario, che dobbiamo però usare in modo più responsabile. I prodotti di plastica monouso non sono una scelta intelligente né dal punto di vista economico né da quello ambientale, e le proposte presentate aiuteranno le imprese e i consumatori a preferire alternative sostenibili.

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