Principale Ambiente & Salute In viaggio verso Rocca Calascio in terra di Abruzzo

In viaggio verso Rocca Calascio in terra di Abruzzo

Rocca Calascio

di Pasqualina Stani

Rocca Calascio è una torre di avvistamento isolata, la cui originaria costruzione è da collocarsi però intorno all’anno 1000. Si deve attribuire ad Antonio Piccolomini, verso il 1480, la realizzazione delle 4 torri attorno all’originario torrione di Rocca Calascio, il muro di cinta attorno al paese e la ricostruzione dell’abitato distrutto dal furioso terremoto del 1461.

Nelle vicinanze si trova la Chiesa di Santa Maria della Pietà, costruita dai pastori intorno al 1400 come una sorta di ringraziamento alla Madonna in quanto i soldati dei Piccolomini respinsero, in una sanguinosa battaglia, un gruppo di briganti provenienti dal confinante Stato Pontificio. Con la dominazione aragonese fu istituita la “Dogana della mena delle pecore in Puglia” e la pastorizia transumante divenne la principale fonte di reddito del Regno. Fu quindi un momento di notevole sviluppo per i paesi della Baronia che nel 1470 possedevano molte pecore e fornivano ingenti quantitativi di pregiata “lana carapellese” a citta’ come l’Aquila e Firenze. Nel 1579 Costanza Piccolomini, l’ultima della famiglia, vendette la Baronia, il Marchesato di Capestrano e le terre di Ofena e Castel del Monte a Francesco Maria De’ Medici, Granduca di Toscana per 106.000 ducati. Nel 1743 la zona passò sotto la dominazione Borbonica.

Nel 1703 un disastroso terremoto aveva demolito il castello ed il ed il paese di Rocca Calascio: furono ricostruite solo le case nella parte bassa dell’abitato e molti abitanti preferirono trasferirsi nella sottostante Calascio.

Calascio, a sua volta, ha iniziato il suo declino a fine ‘800, subendo gli effetti di una massiccia emigrazione nei primi decenni del ‘900. Una popolazione di circa 1900 abitanti nel 1860, arrivata nel 2010 addirittura a 165. Avviato verso il lento disfacimento che caratterizza i paesi spopolati, Calascio ha arrestato ed invertito questa tendenza per mezzo di numerosi interventi di risanamento spesso da parte di cittadini non residenti.

Interessato da un complesso progetto di recupero, anche il borgo di Rocca Calascio sta cambiando la sua fisionomia. Un intervento necessario per un insediamento particolarmente suggestivo ed ad un castello che, oltre a suscitare interesse negli studiosi del settore, e’ ritenuto il più’ elevato della catena appenninica e forse dell’intera penisola.

Il fortilizio di Rocca Calascio, situato a 1460 metri d’altezza, è tra le fortificazioni più alte d’Italia e domina da tale altura la valle del Tirino e della piana di Navelli. Il suo impianto è di uso esclusivamente militare e si caratterizza per la capacità con la quale riesce a fondersi con l’impervio territorio circostante, dal quale non risulta affatto condizionato; è evidente come la sua sia una posizione assolutamente favorevole dal punto di vista difensivo.

La struttura, in pietra calcarea bianchissima, ha una pianta quadrata: presenta agli angoli quattro torri cilindriche considerevolmente scarpate e un mastio quadrato al centro, il quale costituisce il più interno corpo militare di difesa del castello.

Alla rocca si accedeva mediante un ingresso posto sul lato est, a circa 5 metri di altezza, raggiungibile dalla corte esterna sottostante mediante una scala lignea retrattile che veniva poggiata su due mensole in pietra tuttora visibili al di sotto della soglia di ingresso. Efficacissimo punto di osservazione militare, permetteva di comunicare con gli altri castelli, fino alla costa adriatica, mediante l’ausilio di torce durante la notte e di specchi nelle ore diurne.

Ai piedi della rocca sono presenti anche i ruderi dell’antico borgo, al quale essa è collegata con un ponte di legno. Nel 1703 un disastroso terremoto ha danneggiato sia la rocca che il borgo. Restauri conservativi ed integrativi sono stati compiuti tra il 1986 ed il 1989; essi hanno contrastato il degrado strutturale favorendo il recupero architettonico e funzionale dell’intero fabbricato ed in particolare della torre centrale quadrata. Gli interventi di risanamento hanno permesso all’intera area di essere oggi discretamente conservata e visitabile.

Rocca Calascio è anche famosa per aver ospitato, in più occasioni, grandi set cinematografici, tra cui i film: “Lady Hawke“, “Il Viaggio della Sposa”, “Padre Pio”, “Il Nome della Rosa“, “L’orizzonte degli eventi”. E’ interessante comunque sapere che proprio nel prezzo pagato per svolgere tali riprese cinematografiche furono anche previsti alcuni lavori di restauro della Rocca, uno dei pochi casi di felice sfruttamento del nostro patrimonio storico e artistico.

Per la bellezza di questi luoghi, l’industria cinematografica ha nominato tutta la zona, da Rocca Calascio a Santo Stefano di Sessanio, “set per eccellenza”. La visita al castello è inserita negli itinerari del Parco Nazionale del Gran Sasso-Laga.

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