di Pasqualina Stani
Siamo invasi quotidianamente dalla plastica, dovremmo utilizzarne di meno e soprattutto dovremmo scegliere confezioni di plastica biodegradabile, riutilizzandola e smaltendola correttamente per avviarla al riciclo, un processo che serve a trasformare alcune plastiche in materia prima seconda, ossia in un prodotto che servirà a produrre nuova plastica. Il processo di smaltimento non è facile: quando la plastica della raccolta differenziata arriva nei centri di lavorazione, è indispensabile poter separare i vari materiali. Per la separazione, il metodo più diffuso è il “Decanter”, che è una centrifuga. Dopo la raccolta, la plastica deve essere separata nelle sue varie tipologie: Pet, polipropilene e altri polimeri che seguono trattamenti diversi. Il decanter è una centrifuga che utilizza un fluido che ha un peso specifico intermedio tra quelli delle varie plastiche da separare. In estrema sintesi, tra il fluido e la rotazione della centrifuga, si riescono a separare le varie plastiche per peso specifico e per tipologia. È importante conoscere le varie plastiche e il loro uso per capire perché la separazione è un’operazione importante e complessa.
Il polietilene tereftalato (PET) si usa per bottiglie, delle pellicole di cucina, dei contenitori per uso alimentare. È il tipo di plastica più facile da riconoscere e da riciclare. Il polietilene ad alta densità (HDPE) si usa per i giocattoli, per oggetti di arredamento e per i sacchetti di plastica, ma anche per tubazioni, serbatoi e altri componenti industriali.
Il cloruro di polivinile (PVC) è noto come materiale per i dischi musicali (di vinile, appunto): oggi è usato per tubi, carte di credito e, filato, anche per capi di abbigliamento. Il polietilene a bassa densità (LDPE) usato per sacchetti, pellicole e imballaggi (come quelli per tenere insieme le lattine a gruppi di 6) e contenitori per la pulizia della casa o prodotti da bagno. Il polipropilene (PP) è un materiale più difficile da riciclare, usato per cannucce alimentari, pannolini, contenitori, tessuti. E i tappi delle bottiglie in PET.
Il polistirene (PS) è quello dei contenitori per le uova, o altri usi alimentari; si trova anche nei bicchieri, in molti tessuti elastici, nelle grucce per appendere i vestiti, negli scafi delle barche e altro ancora.
La plastica se smaltita male, finisce nella catena alimentare degli animali marini, e la tecnologia sta cercando delle soluzioni alternative