Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate
di Federica Ferrario
Ludwig Wittgenstein scriveva nei suoi “appunti”: <<Che il sole si levi anche domani è solo un’ipotesi>>. È da giorni che sul nostro Paese che nelle previsioni meteo, il sole non copre nessuna regione d’Italia. Piogge che continuano a cadere incessanti, il maltempo non concede tregua dalla Calabria alla Sicilia, Toscana, Lazio, nord Campania, Liguria e Veneto. Nubifragi, smottamenti, alluvioni con colate di terra, fango e massi che hanno provocato danni e molte persone sono morte. Interi paesi sono senza luce, le strade non esistono più e case sgomberate. Da quando è stata dichiarata l’emergenza maltempo anche l’Esercito Italiano ha garantito l’immediato soccorso alla popolazione colpita dalle forti piogge e dal forte vento.
L’Esercito, su chiamata ha disposto l’impiego dei suoi assetti specialistici per fronteggiare l’emergenza maltempo che sta colpendo tutta la Penisola e per supportare le Istituzioni locali in coordinamento con la Protezione Civile. Sul territorio sono omogeneamente distribuiti i 12 Reggimenti Genio che esplicano le loro capacità operative e quelle a favore della collettività: dotati di mezzi speciali quali escavatori cingolati, terne ruotate, autogru, torri di illuminazione, gruppi elettrogeni, veicoli tattici utilissimi ne ripristino della viabilità e negli interventi alluvionali.
I mezzi e le professionalità dell’Esercito sono una capacità duale in grado d’intervenire, in ogni momento, in tutto il territorio italiano a supporto della comunità nazionale come dimostrato durante le emergenze e le calamità naturali che hanno colpito il Paese nel corso degli ultimi anni. In particolare, i reparti genio, sono in grado di intervenire prontamente ed efficacemente a favore della comunità nazionale in casi di maltempo o di catastrofi naturali come frane, terremoti, alluvioni e tanto altro come già avvenuto in passato. Il Veneto, la Liguria ed il Friuli Venezia Giulia sono le regioni maggiormente colpite dagli eventi eccezionali di maltempo. Per quest’ultima il Presidente della Regione ha chiesto lo stato di calamità per risolvere le situazioni emergenziali.
Mancano poche ore e anche sotto la pioggia incessante dei giorni passati, la città di Trieste si prepara alla celebrazione del 4 novembre. Quest’anno la Giornata dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate ha un significato ancora più profondo. Proprio il 4 novembre di 100 anni fa veniva proclamata la fine della Prima Guerra Mondiale. È la data dell’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti e la resa dell’impero austro-ungarico. È il giorno in cui l’Italia completò l’unità nazionale con l’annessione di Trento e Trieste.
Il 39°battaglione del Reggimento Bersaglieri con il 10° del 7° reggimento sempre della seconda brigata bersaglieri venne ufficialmente in possesso della città alla vigilia dell’armistizio. Sono giorni che i bersaglieri come altri reparti dell’Esercito Italiano marciano per prepararsi alla giornata celebrativa nazionale italiana. Dopo la deposizione di una corona d’alloro al Sacrario dei Caduti di Redipuglia alla presenza del Presidente della Repubblica, Trieste sarà il vero cuore della manifestazione.
Questa mattina, in piazza Unità d’Italia, alla presenza del Gonfalone della città, un plotone del reggimento “Piemonte Cavalleria (2°)”, ha reso gli onori alla cerimonia dell’alzabandiera solenne. Nel pomeriggio, una compagnia dell’11° reggimento Bersaglieri renderà gli onori all’ammaina bandiera, in memoria dei primi soldati italiani che, proprio il 3 novembre 1918, sbarcarono a Trieste alla fine del 1° conflitto mondiale.
Durante la Prima Guerra Mondiale più di cinque milioni si arruolarono nell’esercito italiano, la maggior parte di loro erano “contadini-soldati”. In tre anni dal 1915 al 1918, il numero delle vittime fu enorme: circa seicento mila, un milione tra feriti e mutilati, migliaia di dispersi. Il contributo di Puglia e Basilicata non fu da meno. Quasi tutte le famiglie hanno avuto un parente che ha partecipato alla Grande Guerra. Da Monte San Michele a Gorizia passando per il fiume Isonzo, sono alcuni dei luoghi dove pugliesi e lucani hanno scritto pagine di storia che il tempo non cancellerà dal patrimonio della memoria. Anche oggi a Trieste i soldati dell’Esercito provenienti da ogni parte d’Italia si preparano per la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.