Assolto dall’accusa di stupro perché la vittima indossava biancheria ‘troppo sexy’. E’ destinata a far discutere la sentenza emessa il 6 novembre scorso dal Tribunale di Cork, in Irlanda, che ha scagionato un 27enne accusato di aver violentato una ragazza di 17 anni. A determinare la decisione dei giudici – riferisce ‘The Sun’ – sarebbe stata soprattutto l’arringa tenuta dall’avvocato del presunto aggressore, Elizabeth O’Connell, che in aula ha mostrato gli slipche la vittima portava al momento dei fatti. “Guardate il modo in cui era vestita, indossava un perizoma con la parte davanti in pizzo”, ha detto la donna, lasciando intendere che la ragazza fosse troppo provocante e dunque ‘propensa’ ad essere molestata.
La scelta di mostrare un indumento intimo come prova di discolpa ha subito sollevato un polverone di polemiche. Alcune manifestanti sono scese in piazza per sostenere che indossare un indumento sexy non significa dare il consenso ad un rapporto sessuale. In rete invece, tramite l’hashtag #ThisIsNotConsent (“questo non è dare il consenso”), decine di donne hanno pubblicato le foto della propria biancheria per esprimere indignazione. La protesta è poi approdata in Parlamento, dove il socialista Ruth Coppinger ha mostrato un tanga. “Potrebbe suscitare imbarazzo mostrare un paio di mutande in Parlamento, ma pensate a quanto lo sia di più per una vittima di stupro vederle finire in tribunale” ha detto Coppinger, ricordando come le donne vengano incolpate anche per gli stupri subiti.