Delusione per mancata ripresa economica
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Un sistema sociale attraversato da tensioni, paure, rancore, che guarda al sovrano autoritario e chiede stabilita’. La fotografia arriva dal 52/o Rapporto Censis, che indica la diffusione di un ‘sovranismo psichico’, prima che politico, risultato della cattiveria che gli italiani provano – si evidenzia – per riscattarsi dalla delusione per la mancata ripresa economica, e che spesso rivolgono contro gli stranieri. Secondo il rapporto, di fronte alla Sanita’ pubblica ci si sente soli e cresce la sensazione di disuguaglianza. Costosa e lenta, non si crede piu’ alla giustizia: il 30% rinuncia all’azione per far valere un proprio diritto. Intanto, la meta’ pensa che il digitale renda tutti famosi, per cui con internet e social ‘uno vale un divo’.
“L’Italia è preda di un sovranismo psichico”. I cittadini sono spaventati e arrabbiati per la mancata ripresa e l’emergenza migranti diventa un capro espiatorio. E’ quanto emerge dal 52esimo Rapporto Censis, che fotogra l’immagine di un paese sempre più incattivito. Solo il 23% degli italiani ritiene di aver raggiunto una condizione socio-economica migliore di quella dei genitori. E il 67% ora guarda il futuro con paura o incertezza. “La delusione per lo sfiorire della ripresa e per l’atteso cambiamento miracoloso ha incattivito gli italiani”, avverte il Censis, aggiungendo: “ecco perché si sono mostrati pronti ad alzare l’asticella. Si sono resi disponibili a compiere un salto rischioso e dall’esito incerto, un funambolico camminare sull’orlo del baratro che mai prima d’ora si era visto da così vicino, se la scommessa era poi quella di spiccare il volo”.
All’origine del sentimento negativo c’è il cosiddetto ascensore sociale. L’Italia è il paese dell’Unione europea con la più bassa quota di cittadini che dicono di avere un reddito e una capacità di spesa migliori di quelle dei propri genitori: sono il 23% contro una media europea del 30% (i picchi sono in Danimarca a quota 43% e in Svezia al 41). A pensarlo sono soprattutto le persone con un reddito basso, convinte che nulla cambierà. La delusione si intreccia con la percezione di essere poco tutelati a casa propria. Il 63,6% è convinto che nessuno difende i loro interessi e la loro identità e che devono pensarci da soli.
Da qui uno scenario inedito sul voto e l’astensione. Alle ultime elezioni politiche gli astenuti e i votanti scheda bianca o nulla sono stati 13,7 milioni alla Camera e 12,6 al Senato. Una pratica che è cresciuta negli ultimi decenni: dal 1968 a oggi l’area del non voto è salita dall’11,3% di 50 anni fa, al 29,4%. Inoltre, il 49% degli italiani crede che gli attuali politici siano tutti uguali, mentre divide il loro uso dei social network: per il 52,9% sono inutili o dannosi, contro il 47,1% che li apprezza quando eliminano ogni filtro nel rapporto cittadini-leader politici.
Cresce anche l’euroscetticismo. Secondo il Censis, solo il 43% degli italiani pensa che far parte delle istituzioni europee abbia giovato all’Italia contro una media del 68% nel resto del Vecchio continente. “Siamo all’ultimo posto in Europa, addirittura dietro la Grecia della troika e il Regno Unito della Brexit”, scrive il Censis. Nel 2014 l’affluenza alle elezioni europee era al 72%, rispetto al 42,6 della media. A maggio ci sarà un’importante prova per capire se c’è ancora fedeltà.
Nel mirino dei sovranisti psichici finiscono soprattutto gli stranieri. Il 69,7% degli italiani non vorrebbe i rom come vicini di casa e il 52% è convinto che si fa di più per gli immigrati che per gli italiani. La quota raggiunge il 57% tra le persone più povere. Da qui la conclusione del Censis: “sono i dati di un cattivismo diffuso che erige muri invisibili ma spessi”.
I più bersagliati, inoltre, sono gli extracomunitari: il 63% degli italiani vede in modo negativo l’immigrazione dei Paesi non comunitari contro una media Ue al 52% e il 45% non tollera anche quelli comunitari (in Europa la media è al 29%). I più ostili sono gli italiani più fragili: il 71% di chi ha più di 55 anni e il 78% dei disoccupati, mentre il dato scende al 23% tra gli imprenditori. Perché tanta ostilità? Gli stranieri tolgono il lavoro agli italiani è la risposta del 58%. Per il 63%, invece, sono un peso per il welfare.