Principale Arte, Cultura & Società Sport & Motori Il Bari ha la meglio sul Rotonda. Ma quanta fatica!

Il Bari ha la meglio sul Rotonda. Ma quanta fatica!

E sempre per la serie delle partite “assurde” giocate dal Bari, oggi era il turno del Rotonda.

Si giocava a Castrovillari, oggi, a causa dell’indisponibilità del terreno di Rotonda che si sta adeguando alle disposizioni della Lega, un ritorno ai piedi del Pollino, dunque, per il Bari dove ne è uscito a novembre già con un pareggio dopo una prestazione poco convincente. Ma oggi non c’era il Castrovillari come avversario ma il Rotonda, simpatica compagine lucana che voleva difendere l’agognata categoria con i denti nonostante il ritardo in classifica.

Il record storico, per il Bari, era lì, alla portata, record per il quale, vincendo, avrebbe portato a sei le vittorie consecutive, eguagliando i record conseguiti da Capocasale e da Conte in panchina. E così è stato.

La gara nascondeva i tranelli tipici di queste partite, del resto il Bari era abituato a queste strane partite dove la legge di Murphy l’ha fatta quasi sempre da padrone e di esempi se ne possono elencare tanti. Ma un po’ per la categoria dove milita, un po’ per la forza indiscutibile della squadra, per quest’anno appare molto difficile che la suddetta legge si concretizzi.

Il Rotonda, che aveva ben 30 punti di distacco dal Bari (ed un motivo ci sarà) era l’ultima in classifica e, sulla carta, non c’era partita, ma occorreva la massima concentrazione per espugnare il Mimmo Rende, sia perché in serie D non c’è da fidarsi di nessuno, e sia perché il Rotonda si è rinforzato per cercare di risalire, a cominciare dall’allenatore, finendo coi cinque rinforzi. Non a caso domenica scorsa aveva vinto fuori casa grazie, forse, a stimoli nuovi trovati, poi col Bari – si sa – gli stimoli triplicano come han dimostrato tutte le squadre fin qui incontrate. Insomma, non era il caso di sottovalutarla comportandosi come fin qui ha fatto, giocando da squadra calatasi nella categoria. Del resto il Troina, squadra della quale il Bari, in partenza, avrebbe dovuto fare un sol boccone, ha insegnato. E le cose non sono andate molto meglio di mercoledì scorso.

Tuttavia Cornacchini, mai come oggi, aveva davvero l’imbarazzo della scelta nel far scendere in campo undici giocatori. Tutti arruolabili tranne il secondo portiere e reparti coperti in abbondanza e una mini rivoluzione rispetto alla gara col Troina.

Dunque, Brienza al rientro come titolare, ha orientato l’allenatore barese al ritorno del 4-2-3-1 con il fantasista ischitano in linea con Piovanello e Floriano, linea appena dietro Pozzebon centrale d’attacco, quindi con il rientro di Hamlili e dell’inossidabile Bolzoni sulla mediana del campo, e Nannini, Di Cesare, Mattera e Turi in difesa, con, naturalmente, l’imbattuto Marfella in porta.

Un match molto combattuto e difficile per il Bari con un Rotonda che non solo ha dimostrato che il gap dei trenta punti rispetto al Bari non c’erano, ma che ha tenuto molto bene il campo pur senza rendersi mai pericoloso. Per contro il Bari, nei momenti in cui ha messo il muso in area lucana, è andato vicino al gol con Pozzebon su un tiro ravvicinato che Oliva gli ha parato con non poche difficoltà, e con Brienza che, sempre da dentro l’area, ha sfoderato un rasoterra bloccato dallo stesso portiere rotondese. Poi il Bari è cresciuto e ha preso in mano le redini del gioco attaccando a testa bassa finché, allo scadere del tempo, l’arbitro ha concesso un calcio di rigore ai biancorossi per atterramento di Brienza, che ha trasformato in rete per il momentaneo vantaggio. Si è trattato del primo gol in biancorosso per il fantasista di Ischia. Era ora.

Il secondo tempo non è cambiato molto dal primo, col Rotonda che ha provato a fare la partita tanto che Flores è andato subito vicino al pareggio ma a due metri da Marfella ha sparato alto.

Sono entrati Aloisi e Langella al posto di Turi e di Piovanello ed il Bari ha cambiato muta con un 4-3-3. Il Rotonda è crescito e al 12′ un sinistro pericoloso di Chiavazzo ha sibilato il palo.

Cornacchini allora ha capito che non era aria, ha mandato al diavolo i trenta punti di distacco, e ha provato a cambiare qualcos’altro facendo entrare Neglia al posto di Brienza e Pozzebon (che non prende bene la sostituzione) per Simeri.

Ma la sostanza non è cambiata. E’ stato sempre il Rotonda a far la partita ed il Bari a rispondere di rimessa. Solo al 64′ ci ha provato ad alleggerire Neglia che si è involato sulla destra, con un grande controllo di palla e con un grande gesto ha sfoderato un tiro raso terra, ma il pallone è uscito di pochissimo fuori.

Al 69′ il Rotonda ha raccolto quanto ha seminato fino allora, poco ma sostanzioso: De Stefano ha pareggiato con un preciso calcio di punizione, Marfella battuto, forse per un errore di valutazione sulla barriera dove pensava si andasse ad infrangere il tiro. Un bel gol, non c’è che dire, al giocatore lucano rimarrà la gioia di aver segnato, un giorno, al Bari. E che gol!

Al Rotonda è stato espulso un giocatore e allora non le è rimasto che difendere il risultato grazie anche ad alcuni cambi che l’allenatore ha effettuato, volti a difendere il pareggio.

Giocare tra le maglie numerose lucane, peraltro non imperforabile, non è stato facile, tuttavia il Bari ci ha provato con alcune incursioni pericolose finché è cresciuto a vista d’occhio tanto che si è accesa la lampadina del pericolo per i lupi rotondesi: prima Simeri si è mangiato letteralmente il gol davanti al portiere che con una mano ha sventa la minaccia, quindi Di Cesare con un gran tiro dal vertice dell’area di rigore, ha levato le proverbiali ragnatele dall’incrocio dei pali all’84’ portando il Bari in vantaggio, gol col quale si è conclusa la gara.

Non è stato affatto facile espugnare il “Rende”, oggi, dal momento che il Rotonda ha giocato la partita della vita con mille motivazioni, e per poco non stava riuscendo nel miracolo. Ma alla fine ha prevalso la forza e la qualità del Bari che pur senza sfracelli, ha domato i lupi lucani.

E allora complice il pareggio della Turris, il Bari vola solitario in testa alla classifica con ben undici punti di distacco. Come diceva quel refrain ai tempi di Conte? “Fateci largo, la capolista se ne va!”.

Cornacchbi a fine gara: “Un’altra battaglia vinta, una vittoria importante anche se non sono soddisfatto della gara, sono un po’ arrabbiato ma fa parte del percorso di crescita. Si fa fatica ed è normale, ma sono contento per il risultato. Sono gare complicate per una serie di motivi ma è sempre così quando sembra tutto facile è quasi automatico che succedano imprevisti. Ero convinto che si soffrisse oggi, ma è andata bene. Rimprovero ai ragazzi di crescere lentamente a livello mentale, uno sforzo va fatto in modo enorme, ci sono momenti dove vincere non è facile, ma diamo dimostrazione di essere una squadra forte. Occorre migliorare dal punto di vista mentale e alcune risposte ci sono state altre meno”.

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