Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota del Sig. Pietro Ninivaggi di Altamura (Bari), circa il suo pensiero sul debito pubblico italiano. Invitiamo non solo gli economisti e politici a farci sapere il loro pensiero in merito. Il nostro dovere è quello di informare e formare.Lasciamo la critica, commenti e interventi a chi è in grado di affermare o contradire quanto detto nell’articolo del Sig. Ninivaggi.
Dott.Antonio Peragine – direttore@corrierepl.it
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Diagnosi dei mali della P.A e delle origini del Debito Pubblico
ALTAMURA – Prima o poi se ne dovrà parlare e soprattutto prenderne coscienza e decidere come risolverlo. La nuda è cruda realtà, la rappresentano bene i signori indicati in alto in posizione centrate ” ipocriti furbetti”, che continuano a parlare di crisi, dei problemi di tutti e di ognuno, ma nessuno parla del peso del debito pubblico da loro stessi generato.
Tutti, nessuno escluso, hanno vissuto e pretendono di continuare a vivere al di sopra delle proprie possibilità, con la conseguenza che oggi ci troviamo con un debito pubblico di oltre 2.034.000 miliardi di Euro, con un costo procapite, neonati compresi, di circa € 34.000,00 a cranio, che genera un costo di interessi annui di oltre € 80.000.000.000,00, che ovviamente si aggiunge al debito che continua a crescere.
Di contro in tantissimi, (ipocriti furbetti con posizioni di comando) si accalorano in più occasioni per sostenere che la democrazia costa e che non si può fare il pareggio di bilancio; sono delle lucide follie, pronunciate da lucidi folli, che mentono sapendo di mentire, i quali pur di non rinunciare ai propri privilegi, pensano di scaricare sulle prossime generazioni le loro follie, salvo fare gli ipocriti e dichiarare che bisogna fare qualcosa per i giovani. Difatti gli faranno trovare il loro debito.
Cosa fare: le ricette per curare i mali ci sono, le possibilità anche, manca la volontà, che continua a nutrirsi della demagogica e personale convinzione, che tutti si ritengono virtuosi e che il debito pubblico è colpa degli altri, in particolare della classe politica, dimenticandosi che questi ultimi rappresentano lo specchio del bel paese.
Ogni qualvolta che si cerca di contenere la spesa pubblica, si frappongono le lobby di ogni genere e grado, per difendere i privilegi già acquisiti.
Cosi come ogni qualvolta si cerca di limitare il costo della sanità e delle pensioni, che assorbe oltre il 55% del bilancio dello Stato, si frappongono mille ostacoli, si mostrano gli invalidi, gli inabili, gli anziani, tutti a difesa dei privilegi conquistati, ancorchè acquisiti a debito, cioè debito pubblico.
Fra le tanti lobby della “ spesa pubblica”, si includa anche la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale la norma per una trattenuta del 10% sugli stipendi elevati. Praticamente hanno Sentenziato ad personam, atteso che tutti i giudici costituzionali rientravano fra le categorie di retribuzioni elevate da sottoporre a trattenuta.
Altra Lobby degna di citazione “ i Professori” che hanno contestasto e, sono riusciti a far revocare la decisione governativa di incrementare l’orario di insegnamento dalle attuali 16.ore settimanali alle proposte 21 ore settimanali.
Altra Lobby degna di citazione “ I docenti e i ricercatori universitari “ che si inventano di tutto e di più per giustificare inutili e ripetitivi corsi universitari, la scuola e il lavoro sono due universi contrapposti, l’eccessiva scolarizzazione in controdendenza alle esigenze professionali richieste nel bel paese, ha prodotto soltanto disoccupazione “intellettuale e/o presunta tale” rispetto alle esigenze lavorative, ci sono più ingegneri che imprese, ci sono più geometri che lavoratori, ci sono più medici che posti letto, ci sono sempre più avvocati che braccianti agricoli, ci sono più filosofi che continuano a generare contenziosi che risolverli, ci sono più commercialisti e ragionieri che partite iva di imprese, ed infine ci sono più bidelli che carabinieri.
Di inverso mancano diverse figure professionali per lavori erroneamente definiti manuali, circostanza che ha favorito l’ingresso di lavoratori extracomunitari, Ci sono tante altre tipologie di lavoro che gli Italiani benpensanti, ovvero sfaticati, non vogliono più accettare, per logica conseguenza, quei posti di lavoro, rimasti vacanti, sono stati occupati da circa 3.200.000 lavoratori extra comunitari che si sono potuti regolarizzare avendo dimostrato di avere occupato un posto di lavoro, quel lavoro che 3.200.000 di italiani sfaticati, hanno preferito non accettare e quindi non si può parlare di disoccupazione, si deve parlare di disoccupazione finalizzata all’indebito percepimento del sussidio di disoccupazione, elargiti a piene mani.
Altra Lobby degna di citazione : “circa 3.000.000 di persone in cerca di lavoro” ma in Italia il lavoro da “ intellettuali” non è disponibile per tutti, quindi aver scelto scientemente di essere “intellettualmente disoccupato” stabilmente iscritto nelle graduatorie dei disoccupati, più delle volte per libera scelta, non deve legittimare la concessione di alcun sussidio di disoccupazione, che contribuisce ad alimentare una spesa pubblica improduttiva.
Altra Lobby degna di citazione, i percettori di sussidi di disoccupazione, in campo agricolo i noti “ cinquantaduisti” e i noti centocinquantaduisti,” in altri campi: i tanti distaccati sindacalisti, gli eterni cassa integrati, che lavorano a nero, elementi (ipocriti furbetti) che contribuiscono ad alimentare una spesa pubblica improduttiva. In Italia il lavoro c’è per chi vuol lavorare, in un paese interclassista, non ci si può pretendere il lavoro intellettuale per tutti, nello specifico il cd intellettuale se ne avesse voglia, il lavoro può anche ingegnarselo da solo.
Altra Lobby degna di citazione “Le Forze di Polizia” nel bel paese ci sono ben 9 Corpi di Polizia. Arma dei Carabinieri- Corpo di Polizia- Guardia di Finanza– Corpo Forestale dello Stato- Polizia Giudiziaria e Penitenziaria- Capitanerie di Porto– Corpo dei Vigili del Fuoco- Corpo Polizia Provinciale- Corpo Polizia Locale, cui si aggiungono il Corpo delle Guardie Giurate.
Immaginate quanti costi duplicati, costi che demagocicamente si cercano di giustificare affermando di essere al servizio dei cittadini, così come appare demagogico affermare che i caduti in servizio dei Corpi di Polizia, diventano Eroi, mentre i caduti civili sul posto di lavoro non sono eroi.
Altra Lobby degna di citazione “i lavoratori dipendenti che affermano di pagare le tasse” i quali per apparire credibili addossano alle imprese sia pubbliche che private, la responsabilità dell’evasione fiscale.
Anzitutto bisogna chiarire che il lavoro, così come definito all’art 1 della Costituzione Italiana, viene indiscutibilmente determinato e creato dalla Imprese, nelle varie forme autonome e societarie, private e pubbliche in cui esse si manifestato, il lavoro è il risultato dell’ingegno dell’imprenditore, dei capitali dell’imprenditore, delle strutture messe a disposizione dall’imprenditore, quindi il lavoro lo creano gli imprenditori le imprese, non i lavoratori dipendenti che sono “ prestatori d’opera” e per questo retribuiti.
Bisogna sfatare la grande falsità, che le tasse le paga il lavoratore dipendente, tale meccanismo di far pagare le tasse e le contribuzioni previdenziali, alle imprese è stato lo strumento tecnico per tassare il lavoro e quindi le imprese. Non certo per tassare il lavoratore dipendente che ottiene la retribuzione, commisurata alla sua professionalità ed esigenze di vita decorosa, non paga alcuna imposta sul suo lavoro, le uniche imposte che paga sono le tasse sui consumi e servizi, non paga neppure la sua contribuzione previdenziale dalla quale riceverà la pensione, praticamente un prestatore d’opera, che sin dal momento in cui viene assunto fino al trapasso è un costo per l’impresa, quindi non si giustifica che un prestatore d’opera parli male dell’impresa e addirittura lo definisce- sfruttatore ed evasore fiscale.
Non possono sottrarsi a critica neppure alcuni classi imprenditoriali, atteso che è di ogni evidenza che manca una vera “Cultura di Impresa” cioè la cultura di dedicare il proprio tempo e propri capitali nell’impresa, nel mentre, imperversa in alcuni “imprenditori “ la Cultura del Copista, dell’Individualismo, del pressappochismo, del nanismo imprenditoriale ”.
In ogni caso, tutti per giustificare i propri limiti e le difficoltà, vere e/o presunte, parlano di crisi, dimenticandosi che la vera crisi che imperversa è la crisi dei valori.
Appare spontaneo affermare che nessuno può ritenersi indenne, chiedere ovvero pretendere, che ci sia una equa redistribuzione del reddito, dimenticandosi che occorre redistribuire equamente anche il debito pubblico accumulato è demagogica follia, corposa quanto e lungo e corposo il debito:
“ D u e m i l i o n i z e r o t r e n t a q u a t t r o m i l i a r d i d i e u r o”
Così nei tempi generatosi | ||||
Anno | Governi | Inflazione | Debito | Rapporto debito/Pil |
(milioni di euro) | ||||
1970 | Rumor, Colombo | 5,1% | 14.285 | 40,5% |
1971 | Colombo | 5,0% | 17.585 | 45,7% |
1972 | Andreotti | 5,6% | 22.008 | 52,2% |
1973 | Andreotti, Rumor | 10,4% | 27.499 | 54,0% |
1974 | Rumor, Moro | 19,4% | 34.361 | 53,2% |
1975 | Moro | 17,2% | 43.205 | 58,4% |
1976 | Moro, Andreotti | 16,5% | 52.909 | 56,8% |
1977 | Andreotti | 18,1% | 64.063 | 56,6% |
1978 | Andreotti | 12,4% | 81.810 | 61,5% |
1979 | Andreotti, Cossiga | 15,7% | 98.632 | 60,6% |
1980 | Cossiga, Forlani | 21,1% | 118.038 | 58,01 |
1981 | Forlani, Spadolini | 18,7% | 146.410 | 60,1% |
1982 | Spadolini, Fanfani | 16,3% | 186.961 | 65,0% |
1983 | Fanfani, Craxi | 15,0% | 235.520 | 70,3% |
1984 | Craxi | 10,6% | 284.825 | 74,4% |
1985 | Craxi | 8,6% | 346.005 | 80,5% |
1986 | Craxi | 6,1% | 401.499 | 84,5% |
1987 | Craxi, Fanfani, Goria | 4,6% | 460.418 | 88,6% |
1988 | Goria, De Mita | 5,0% | 522.732 | 90,5% |
1989 | De Mita, Andreotti | 6,6% | 589.995 | 93,1% |
1990 | Andreotti | 6,1% | 667.848 | 94,8% |
1991 | Andreotti | 6,4% | 755.011 | 98,1% |
1992 | Andreotti, Amato | 5,4% | 849.920 | 105,0% |
1993 | Amato, Ciampi | 4,2% | 959.713 | 115,1% |
1994 | Ciampi, Berlusconi | 3,9% | 1.069.415 | 121,2% |
1995 | Berlusconi, Dini | 5,4% | 1.151.489 | 120,9% |
1996 | Dini, Prodi | 3,9% | 1.213.508 | 120,2% |
1997 | Prodi | 1,7% | 1.238.172 | 117,4% |
1998 | Prodi, D’Alema | 1,8% | 1.254.388 | 114,2% |
1999 | D’Alema | 1,6% | 1.281.550 | 113,0% |
2000 | D’Alema, Amato | 2,6% | 1.300.269 | 108,5% |
2001 | Amato, Berlusconi | 2,7% | 1.358.351 | 108,2% |
2002 | Berlusconi | 2,4% | 1.368.897 | 105,1% |
2003 | Berlusconi | 2,5% | 1.394.339 | 103,9% |
2004 | Berlusconi | 2,0% | 1.445.826 | 103,4% |
2005 | Berlusconi | 1,7% | 1.514.408 | 105,4% |
2006 | Berlusconi, Prodi | 2,0% | 1.584.093 | 106,1% |
2007 | Prodi | 1,7% | 1.602.114 | 103,1% |
2008 | Prodi, Berlusconi | 3,2% | 1.666.637 | 105,8% |
2009 | Berlusconi | 0,7% | 1.763.676 | 116,1% |
2010 | Berlusconi | 1,6% | 1.842.856 | 118,7% |
2011 | Berlusconi, Monti | 2,7% | 1.897.946 | 120,1% |
2012 | Monti | 3,1% | 2.020.000 | 126,1% |
2013 Letta 3,1% 2.034,00 | 130,1% Fonte Banca D’Italia-Istat | |||
Il tasso di inflazione è misurato con l’indice Foi (famiglie di operai e impiegati), esclusi i tabacchi | ||||
Da quanto innanzi si evince che il Debito Pubblico inizia la sua vigorosa crescita dall’anno 1970, logica conseguenza delle contestazioni dell’anno 1968, dalla cd “ strategia della tensione, coincidenti con la promulgazione dello Statuto dei Lavoratori, dalla istituzione delle Regioni, circostanze che hanno ingigantito la voragine della spesa pubblica e soprattutto incidenti in senso negativo, sulla produttività del sistema Italia.
La ns. terapia: appare corretto affermare, che così come si pretende una equa redistribuzione dei redditi, ci debba essere una equa e corrispondente redistribuzione del debito.
Einsten affermava “ non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose
Ovviamente nessuno immagina, quanto sia necessario contenere e addirittura eliminare completamente il peso del debito pubblico, il costo annuo degli interessi è il doppio
dell’impegno di spesa per gli investimenti strutturali pubblici; quindi se solo si riuscisse ad eliminare il costo degli interessi annui pari ad oltre 80 miliardi di Euro, si potrebbe destinare tali importi agli investimenti e quindi alla ripresa produttiva, che determinerebbe la ricrescita del PIL, che trascinerebbe la ripresa dei consumi.
Per avere un paragone, immaginatevi quanti Italiani, cioè coloro che pensano di ingannare la fortuna, pensando di diventare ricchi giocando d’azzardo ed ai vari giochi inventati da uno Stato biscazziere, in un solo anno spendono per il solo gioco del lotto enalotto e diavolerie varie, oltre 86.miliardi di Euro, pari al costo degli interessi pagato dallo Stato per il debito pubblico-
Sempre in termini di paragone immaginatevi quanto sia il costo che gli italiani e le squadre di calcio sostengono per il gioco del calcio al pallone, da tanto si ricava la considerazione che tanti italiani “abbiano la testa nel pallone”
Quelli con la testa “ fuori dal pallone” sono i soliti “Ipocriti Furbetti” che continuano ossessivamente a sostenere di essere virtuosi, dimenticandosi che le cronache, quotidianamente non riportano soltanto le notizie di tanti politici che hanno abusato ed attinto dalla spesa pubblica, ma riportano anche tantissime notizie dei tanti “ Ipocriti furbetti “ smascherati da indagini che hanno accertato chi abbia usufruito ovvero abusato di servizi gratuiti, di pensioni non dovute, di baby pensioni, di disoccupazioni non dovute, di esenzioni fiscali e di ticket per prestazioni, di retribuzioni non spettanti, di lavoro dipendente non prestato ma retribuito, di consulenze tecniche e professionali non dovute, di stipendi elevati, di pensioni elevate, di evasione fiscale ed altro, praticamente tutti hanno richiesto ed ottenuto, pochissimi hanno dato.
Prova è che, mentre lo Stato Italiano accresce il suo debito, alla data attuale pari ad € 2.034.000,00-duemilionizerotrentaquattromilioni- le famiglie italiane- fonte Banca D’Italia hanno accumulato una ricchezza lorda pari ad € 9.525/Miliardi di euro.
In ogni caso, la nomina di senatore a vita e Presidente del Consiglio dei Ministri del Sen.On.le Monti, che nelle intenzioni doveva rimettere a posto i conti pubblici e diminuire la “ spesa pubblica”, che invece è aumentata, così come è aumentata l’imposizione fiscale, che per renderla più accettabile hanno fatto ricorso alla demagogica immagine del “ Parassita della società” che non paga le tasse, nell’attesa di stanare l’evasione, che viene cercata demagogicamente nel lavoro autonomo, nella sostanza le tasse sono aumentate sensibilmente e i costi della spesa pubblica pure, quindi le Ricette Montiane si sono rivelate un fallimento.
A parere di chi scrive, la strada maestra per una ripresa economica, passa attraverso la ripresa produttiva delle imprese, cui deve essere garantito una riduzione del costo del lavoro- attualmente il più elevato in Europa, attuando una seria e concreta facilitazione di accesso al credito e una concreta “sburocratizzazione” della P,A, e non certo con la facile politica dell’aumento dell’imposizione fiscale, ma soltanto con un risveglio di orgoglio nazionale da parte di tutti, che devono essere stimolati, ad eliminare alla radice le voci di spesa sbagliate e spesse volte clientelari e soprattutto aggredire e contenere il debito pubblico,
In un recente passato, non certo glorioso, gli italiani hanno già dato, prova dal basso, di contribuire al sostegno dell’economia italiana consegnando metalli ferrosi e metalli pregiati, senza fare retorica di come tanto venne all’epoca utilizzata; è il gesto di spontaneità e di corresponsabilità che bisogna considerare e cercare di riproporre. chiamando tutti ovvero sensibilizzando tutti, ad effettuare versamenti volontari, in rapporto alle loro disponibilità per salvare una Nazione veramente in pericolo di fallimento.
Non serve promettere il taglio di tasse se non diminuisce la spesa pubblica e il debito pubblico, questo si può ottenere se tutti rinunciano a qualcosa, (i privilegi acquisiti) e tutti contribuiscono con il portafoglio, non con le chiacchere ad alleggerire il debito pubblico.
Quindi un risveglio dell’orgoglio nazionale, in soccorso di una nazione che rischia grosso.
L’imperativo deve essere l’abbattimento del debito pubblico, che si suppone vada così suddiviso – cittadini residenti in Italia 60.626.000 : debito pubblico 2.034.000 = pro-quota debito € 34.000,00.
Sicuramente non potranno farlo tutti, ma se si spiegano le ragioni e l’obiettivo, di contribuire seriamente e fattivamente alla ripresa economica, potrebbe avere notevole successo, soprattutto se adeguatamente spiegata ed enfatizzare l’iniziativa.
Chi avra la responsabilità di amministrare nel prossimo governo, non dovrà introdurre nuove imposte, dovrà predisporre, un patto con gli Italiani che si impegnino al versamento su base volontaria di una “ Tantum “ per il rientro del debito pubblico prevedendo un riconoscimento pubblico di merito, esempio Cavaliere della Repubblica, oppure un semplice encomio, in sintesi riconoscere una fedeltà fiscale, (cioè il contrario del Parassita Sociale che si sono inventati per mettere gli uni contro gli altri gli italiani) per chi versa tali importi, (al limite anche su base poliennale) assumendo in tal senso il Governo un impegno al miglioramento della efficienza e contenimento della spesa pubblica, nei termini che di seguito evidenziamo.
In ogni caso, Chi scrive e alcuni altri, dallo scrivente convinti di dare fattiva dimostrazione di tenere a cuore le sorti della Nazione e dei propri figli, sono pronti a versare nelle casse dello Stato, quale contributo volontario per il pagamento del debito pubblico, l’importo di € 34.000,00 per ogni componente della propria famiglia, neonati compresi.
Quindi chi lo ritiene segua l’esempio, di contro, si chiede un miglioramento dell’efficienza amministrativa della P.A e soprattutto un severo contenimento della spesa pubblica ormai fuori controlli, ecco i ns suggerimenti:
Suggerimenti per l’efficienza e il contenimento della spesa:
Si auspica una pubblica amministrazione che la smetta di burocratizzare anche l’impossibile, atteso che la “ Burocratizzazione si è rilevata essere la prima grande generatrice della “ Corruzione”;
Si auspica che sia emanata una norma legislativa che proibisca le liti e il ricorso ai vari giudizi fra i vari enti pubblici, fra loro contrapposti dalla stessa ed ingiustificato abuso di burocrazia che genera costi di consulenze clientelari e paralizza le attività pubbliche, cosi come deve essere inibita la possibilità di accanimento giudiziario nei giudizi penali, promossi dai vari Procuratori, vietando il ricorso in appello avverso le sentenze di primo grado a loro sfavorevoli;
Si auspica la soppressione degli albi e ordini professionali di ogni ordine e grado e le relative casse previdenziali, che devono essere livellate alle categorie dei lavoratori autonomi gestiti dall’Inps;
Si pretende l’abolizione dei tanti vincoli burocratici, una vera semplificazione amministrativa, creando non lo sportello unico per le imprese, ma uno sportello unico, controllato dalle imprese che nominano un rappresentante civico per la verifica della produttività degli uffici pubblici, che sono tenuti a verificare la conformità dell’inizio delle attività entro un termine massimo di 30.gg dalla richiesta, con facoltà di licenziamento dei soggetti reticenti che non ottemperano nei termini imposti le loro attività, inibendo la valutazione della produttività dei dipendenti da parte dei vari dirigenti, atteso che anch’essi sono dipendenti pubblici che sia riformato il sistema di controllo del sistema creditizio Italiano, troppo sbilanciato negli impieghi azionari e finanziari, piuttosto che nel finanziare le attività produttive. Necessita quindi sottrarre alla Banca D’Italia il potere di controllo, atteso che la stessa è partecipata dal sistema bancario, quindi conflitto di interessi fra controllore e controllato e nominare commissioni di controllo che vedano la partecipazione delle associazioni dell’imprese e dei consumatori;
che venga istituito dall’attuale GSE S.p.a –Gestore dei servizi Energetici, il mercato unico, ovvero un centro di acquisto nazionale del petrolio greggio, cui le compagnie petrolifere di raffinazione e distribuzione operanti in Italia dovrebbero obbligatoriamente approviggionarsi, al prezzo calmierato fissato dal GSE, in modo da evitare le continue speculazioni finanziarie sul petrolio greggio, i cui costi in continua lievitazione incidono sulla intera economia Nazionale, ivi compreso il costo sulla bolletta dell’energia elettrica, che nonostante le energie rinnovabili che non dipendono dagli idrocarburi, le tariffe elettriche restano fra le più alte in Europa.
Occorre che venga riconosciuto valore legale di titolo di laurea per tutti coloro che hanno acquisito esperienze e professionalità nelle attività per un periodo di almeno cinque anni, certificato dalle imprese cui è stato prestato il lavoro, in tal modo il titolo conseguito non potrà avere valore per partecipare a concorsi pubblici, ma sicuramente dovrà avere valore legale abilitativo a svolgere attività, alla pari di chi tali titoli, senza esperienze lavorative li consegue in uguale periodo di studi universitari che sfornano persone impreparate e costano notevolmente alla collettività.
Occorre livellare il valore delle pensioni, la pensione deve essere intesa come integrazione al potere di acquisto dei pensionati, commisurato al costo della vita sopportato dalla persona anziana che non è più in grado di prestare la propria opera e necessita di una
integrazione economica per continuare una vita decorosa che deve essere garantita a tutti ed in eguale misura, senza discriminazioni fra le varie fasce di pensionati, atteso che dove spende il pensionato benestante, spende anche il pensionato meno benestante.
Nelle pubbliche amministrazioni di ogni grado e livello occorre che venga revisionata, in diminuzione la pianta organica e gli esuberi di ogni grado e livello siano trasferiti alla protezione Civile che li potrà impiegare a tempo pieno, previo pagamento con salario equo e collegato al risultato, per la manutenzione del territorio ed il contenimento del rischio idrogeologico, per la ricostruzione dei danni da sisma, per la manutenzione dei canali e dei fiumi-
Tutti parlano ed affermano che bisogna salvaguardare l’ambiente e il territorio, quindi impieghiamo tutti quei soggetti in esubero, che anzichè attingere dai sussidi di disoccupazione possono essere impiegati a tempo pieno in quei luoghi che tutti a parole dicono di voler conservare e salvaguardare.
Praticamente quanto innanzi descritto è una dimostrazione di orgoglio nazionale di chi vuol dare il proprio contributo, per risolvere e/o almeno cercare di risolvere il grande problema del Debito Pubblico e della spesa pubblica, offrendo dei piccoli suggerimenti, che possono incidere sul costo del lavoro, sul costo della burocrazia a carico delle imprese, sul risparmio dei sussidi di disoccupazione sul contenimento della spesa pubblica, sul miglioramento della efficienza della P.A
Ovviamente ci sarebbero tanti altri suggerimenti, per le cose da fare, per esempio il costo della politica, il costo dei managers boiardi di stato, il costo dei dirigenti, gli emolumenti vari ecc ecc, tuttavia non possiamo pretendere di sapere tutto e suggerire ti tutto, lasciamo spazio anche agli altri.
Si dovrebbe cercare di ingenerare un vortice virtuoso che andrebbe ad incidere sulla ripresa economica, mancando il costo del debito e il peso della disoccupazione, il PIL balzerebbe in avanti e trascinerebbe la ripresa produttiva nell’intero bel paese.
Tuttavia si è consapevoli che l’esercito di “ Ipocriti Furbetti” sara di diverso avviso, in ogni caso non ci spaventa, atteso che la prova della insipienza di costoro è data dall’ammontare del debito pubblico che cresce inesorabilmente, la cui responsabilità è ad essi riconducibile.
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Un Italiano responsabile
Pietro Ninivaggi