In piena atmosfera natalizia, il Bari non trova i tre punti sotto l’albero. La settima vittoria consecutiva, che avrebbe polverizzato il precedente record di sei vittorie conseguite, è naufragata grazie ad un Roccella che ha strameritato il pareggio.
Non è stata una gara condotta in scioltezza, tutt’altro, ormai il copione è sempre quello, prevedibile: tutte le squadre che incontrano il Bari, sia al San Nicola che a casa loro – tenuto conto anche delle ambizioni “salvezza” di quasi tutte le squadre che si stando rinforzando – decuplicano le energie e le motivazioni per fare la partita della loro vita, magari cercando di segnare pure un gol così da poter raccontare ai propri figli e nipoti che “un giorno ho incontrato il Bari al San Nicola e gli ho fatto pure gol!”. Tra l’altro contro il Roccella, che si è rinforzata nel corso di questo ultimi giorni, in settimana, occorreva lavorare sulla mente della squadra che, contro il Rotonda, si è vista un po’ appannata e Cornacchini ha lavorato molto sulla mentalità del gruppo pur ottenendo scarsi risultati.
Ed è stato persino un pareggio sofferto contro il Roccella al termine del giro di boa ma tutto sommato meritato.
Eppure nel primo tempo il Bari ha fatto la partita, concedendo poco ai calabresi, procurandosi numerose occasioni da rete raccogliendo, alla fine, quanto seminato, vale a dire siglando due gol, il primo con Floriano, il secondo con Simeri su rigore.
E non c’è niente da meravigliarsi: in un torneo come questo, mediocre, sono proprio queste le gare che dimostrano una normalità evidente, e giocare a calcio è sempre altamente complicato per i motivi suddetti, e giocare in modo qualitativo è ancora più difficile. A volte in trasferta si incappa in terreni irregolari, con avversari che le mettono sulla lotta e sul caos calcistico, ma anche al San Nicola dove gli avversari giocano, come detto all’inizio, la partita della vita, occorre adeguarsi e armarsi di santa pazienza mettendo in campo un’anima diversa dal blasone. Ma oggi non è servito a nulla.
Cornacchini, che si è assunto le responsabilità del pareggio, ha mandato in campo il collaudato 4-2-3-1 con Marfella tra i pali, Bianchi, Mattera, Di Cesare e Nannini in difesa, Hamlili e Bolzoni davanti alla difesa, Piovanello, Neglia e Floriano dietro l’unico attaccante Simeri. Dunque Brienza a riposo.
Primo tempo pieno di netta marca biancorossa col Bari a fare la partita che si procura diverse occasione da rete, mantenendo sempre le redini del gioco nonostante gli spazi striminziti procurati dal Roccella e dal loro pressing alto. Diverse le occasioni da gol: al 3’ minuto azione personale di Floriano che con un tiro insidioso rende difficile la vita a Scuffia. Quindi al 12’ gran tiro da fuori area di Hamlili che il portiere devia coi pugni. Poi ancora un colpo di testa a schiacciare di Bianchi che ha colpito terra e poi si è impennato superando di poco la traversa. Al 19’ gran tiro di Floriano che finisce di un soffio sopra il vertice della porta su calcio di punizione. 25’, finta di Neglia su una verticalizzazione che apre la strada verso di Simeri il quale colpisce dalla media distanza mandando di poco fuori pallone.
Poi l’arbitro fischia un rigore per un netto atterramento di Simeri, poi fa marcia indietro per un presunto fuori gioco segnalato dal guardalinee.
I tempi sembrano maturi per passare in vantaggio, le occasioni fioccano come pop corn a cinema, ma il Bari non riesce a segnare anche per l’ordinato gioco ionico.
Ma al 40’ il Bari raccoglie quanto seminato: Neglia mette al centro, tocca Simeri, poi arriva Foriano che mette in rete. Azione in velocità, vantaggio meritatissimo.
Poi un fallo di mani da parte di Amelio e l’arbitro, senza indugi stavolta, concede il penalty sul finale del primo tempo. Simeri sul dischetto con una bomba realizza il raddoppio per il Bari.
Il secondo tempo è il Roccella che prova a fare la gara mantenendo le redini del gioco tanto che su punizione subisce il gol da parte di Colaianni che accorcia le distanze.
La partita si riapre ed il Bari deve fare molta attenzione a non rilassarsi sugli allori anche perchè il Roccella ci crede sospinto dall’euforia del gol. Entra Langella, fuori Piovanello ma il modulo rimane lo stesso.
Il Bari cerca di reagire con un gran destro di Floriano al 12’ deviato in corner da Scuffia ma son sempre gli ionici a dettare legge ed il Bari a difendersi a denti stretti. Si soffre maledettamente, insomma.
Cornacchini allora prova a cambiare schema facendo entrare Feola al posto di Floriano adottando il 4-4-2 ma la musica non cambia, anzi, aizza ulteriormente i calabresi che spingono ancor di più relegando i biancorossi sulla difensiva.
Il Bari è in apprensione e mostra difficoltà nel mantenere il vantaggio e nello sviluppare gioco, commette molti errori a centrocampo arretrando il baricentro al cospetto del Roccella che si difende ed attacca con ordine senza sbavature.
E quando, probabilmente, sarebbe servito un attaccante per provare a far salire la squadra, Cornacchini decide di far entrare Cacioli per Neglia: sarà la mossa, forse, decisiva ai fini del risultato. Mentre Passiatore cambia un po’ tutti per cercare di spostare ulteriormente il baricentro in avanti. Tutto cambia perchè nulla cambia, per dirla gattopardianamente, tanto che sul finale, nei minuti di recupero, il Roccella raccoglie il giusto premio con Amelio che dalla distanza sigla il meritato pareggio.
Ai calabresi non è mancato il coraggio, ha provato sempre a spingere sull’acceleratore, ed il Bari, tuttavia, non ha mostrato quelle energie necessarie per proporsi con continuità ed abbattere la difesa ionica.
Un pareggio che fa proseguire l’imbattibilità e che, forse, lascia l’amaro in bocca ai tifosi anche perché la Turris ha recuperato due punti. Sicuramente si è fatta sentire un po’ di stanchezza che è cominciata dopo la vittoria contro la Nocerina quando il Bari, pur vincendo, ha mostrato difficoltà nel produrre gioco ed, anzi, indietreggiando di parecchio in difesa, quasi avesse subito una mezza involuzione tattica, ripetiamo, pur vincendo. E dalli e dalli, alla fine, si paga dazio.
Adesso un po’ di riposo fino al giorno della Befana.
Massimo Longo