Renato Pierri
Ma sì, senza rendersene conto ovviamente, Matteo Salvini la mattina di Santo Stefano ha fatto tre errori in un colpo solo. Del primo se ne sono accorti tutti: il pubblico pensiero del ministro è andato alla sua colazione, anziché al terremoto ai piedi dell’Etna, e all’uccisione del fratello di un collaboratore di giustizia, a Pesaro. Del secondo errore, si è accorto solo qualcuno: un ministro non può mettersi a fare lo spot ad una crema spalmabile. Avrebbe dovuto parlarne senza citare il nome dell’azienda produttrice. Del terzo errore, grave a mio modesto parere, del quale nessuno si è accorto, è che quella crema destinata soprattutto dai bambini, consumata spesso nuoce alla salute, poiché costituita nella massima parte da zucchero ed olio di palma. Non è il sottoscritto, però, ad affermarlo, bensì persona autorevole che di queste cose s’intende: la dottoressa Maria Rosa Di Fazio, responsabile Oncologia del Centro medico internazionale SH Health Service di San Marino.
Ecco che cosa scrive in proposito: «Per dare un’idea di quanto seria sia la minaccia dell’olio di palma alla nostra salute, mi sembra sufficiente informare che in particolare per il glicidiolo [contenuto nell’olio di palma] non è stata nemmeno fissata una soglia, dal momento che si tratta di una sostanza cancerogena e genotossica, il che significa che ha la capacità di danneggiare l’informazione genetica all’interno di una cellula, causando mutazioni e inducendo modificazioni del nostro DNA. Tradotto: tramuta le cellule sane in cancerogene. Questa “robaccia”, insomma, non dovrebbe essere presente negli alimenti, eppure c’è e la troviamo in alcuni prodotti di consumo quotidiano, come certe popolarissime creme spalmabili, in dosi anche molto elevate» (“Mangiare bene per sconfiggere il male”, Mind Edizioni).