“Se i Cinque stelle vogliono fare un danno a se stessi e soprattutto all’Italia, non hanno che da tirare diritto con la riforma costituzionale sul referendum propositivo senza quorum”. Lo scrive Marco Travaglio, direttore de ‘Il Fatto’ quotidiano’ nel suo editoriale di oggi dal titolo ‘Achtung referendum’. “Così qualunque lobby spalleggiata dai soliti giornaloni – sottolinea – potrà cancellare leggi sgradite, approvarne di gradite e spacciare quell’arbitro per democrazia diretta”.
“Il ddl costituzionale del ministro Riccardo Fraccaro, purtroppo previsto dal contratto di governo e in aula alla Camera dal 16 gennaio – spiega il giornalista -, funziona così: chi raccoglie almeno 500 mila firme può chiedere un referendum non solo per abrogare una legge, ma anche per proporne una. Per evitare il voto, il Parlamento dovrà approvare la legge tale e quale entro 18 mesi, sennò la parola passerà alle urne. E lì i cittadini dovranno dire sì o no alla proposta referendaria se il Parlamento l’avrà ignorata; oppure, se l’avrà approvata modificandola anche solo di una virgola, dovranno scegliere – continua – fra la versione originaria e quella emendata, in una sorta di ballottaggio. E, fin qui, tutto bene. Ma oggi il referendum è valido solo se va a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto, mentre in futuro lo sarebbe sempre, anche se alle urne andasse un solo elettore. E questo – conclude Travaglio – è assurdo”.