Allo stupore è però seguita l’amarezza quando, allo sportello Bankitalia, gli viene detto che il cambio in euro non è più possibile dopo il 28 febbraio 2012. Se è vero che era stato stabilito un termine decennale (2002-2012) per il cambio delle lire in euro, è altrettanto vero – come sostiene ampiamente la Giurisprudenza – che qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto, quindi – nei casi in esame – i 10 anni per il cambio in euro decorrono dal giorno del ritrovamento delle somme in lire.
In casi praticamente identici, alcuni cittadini avevano sollevato l’illegittimità costituzionale del decreto Monti (art. 26 D.L. 121 del 6.12.2011) che aveva addirittura sancito l’immediata decadenza del cambio della lira in euro. In Italia ci sono attualmente circa 10 miliardi di lire in banconote “nascoste” e mai “convertite”.
LA VICENDA – L’uomo, tramite l’avvocato Annalisa De Angelis del Foro di Roma, ha deciso di trascinare la Banca d’Italia davanti al Tribunale Civile per ottenere la conversione delle somma in euro: “Abbiamo presentato una diffida pregiudiziale a Bankitalia sessanta giorni fa – spiegano dallo studio legale – non abbiamo ricevuto alcuna risposta e quindi, a questo punto, presenteremo un decreto ingiuntivo al Tribunale di Roma”.
Intanto la sentenza 216/2015 della Corte Costituzionale ha già spianato la strada ai piccoli risparmiatori, dichiarando l’illegittimità della norma Monti e riportando il nostro Paese sulla lunghezza d’onda degli altri Paesi della Comunità europea dove è sempre possibile cambiare la ex moneta (franchi, marchi o altri) anche dopo decenni.