Il Bari reagisce e torna alla vittoria fuori casa allungando la classifica ad undici punti sulla Turris che impatta in casa col Marsala. Ha ripreso la marcia esterna, dunque, con la vecchia regola dei tre gol, e la rincorsa al Bari si fa sempre più dura per la Turris.
Oltre ad allungare il vantaggio contro la Turris, l’imperativo era quello di dimostrare di essere guarito dal mal di trasferta col perentorio intento di dimenticare le ultime due trasferte negative, confermando un immediato cambiamento del trend negativo lontano dal San Nicola, forse per colpa dei terreni in sintetico, forse per questioni ambientali, forse anche per colpe proprie, fatto sta che il Bari in trasferta si è improvvisamente ritrovato sulla terra nonostante l’ottimo ruolino di marca fin qui conseguito. Non è un mistero che le prove più convincenti siano arrivate dai campi in erba naturale dove ha vinto in tre occasioni e su due le ha pareggiate anche se ha vinto pure su alcuni terreni in sintetico. Insomma un Bari manicheo che non sempre ha confermato la sua indubbia forza sul campo. E oggi, sull’ennesimo terreno sintetico, a quanto pare di ultima generazione, c’era da resettare questo alibi anche per tenere a distanza la Turris uscita, come era prevedibile, vittoriosa dal recupero di Rotonda nel corso della settimana. E così è stato.
Il Locri dalla gara contro il Bari al San Nicola aveva cambiato pelle: dal secondo posto di quella gara e, dunque, ad una sola lunghezza dai ragazzi di Cornacchini, la squadra della capitale della Locride, è stata risucchiata giù fino ai confini coi playoff. La sconfitta di Bari, poi, ha segnato la parabola discendete. Ha cambiato anche allenatore passando da Scorrano a Pellicori, goleador contro il Bari quando indossava le casacche del Cosenza e del Lecce, e che intendeva fare il terzo sgambetto. E davanti ad uno stadio tutt’altro che gremito (si parlava di sold out), l’entusiasmo, comunque, locale era alle stelle. Ma tutte le buone intenzioni calabresi, compresa la festa per il compleanno del Locri, sono andate a farsi benedire.
Cornacchini deve fare a meno di Brienza colpito da una improvvisa lombosciatalgia nell’allenamento di rifinitura di ieri e al suo posto getta nella mischia Neglia, poi Piovanello e Floriano alle spalle di Simeri, i soliti Hamlili e Bolzoni a centrocampo, Bianchi, Di Cesare, Mattera e Quagliata in difesa davanti a Marfella.
Non un grande Bari ad inizio di tempo, nonostante un buon inizio dove si è intravista una squadra più determinata rispetto alle ultime uscite, ma è solo una vaga dannata impressione perché, poi, da metà tempo, diventa confusionario risultando non efficace nelle soluzioni finali. Tra l’altro Pozzebon non riesce ad ottenere nessun pallone lì in fondo, lasciando al Locri la possibilità di partire in contropiede con qualche grattacapo di troppo
Subito al 2’ dopo un contropiede troppo macchinoso, ecco la prima occasione per il Bari con Hamlili che sferra un tiro da fuori area finito poco alto.
Ci prova Pozzebon con un assist di Floriano ma non riesce a metterci il piede decisivo.
Poi all’8’ De Marco risponde per il Locri procurandosi una clamorosa occasione gol, allorquando si invola sulla sinistra, entra in area, e manca la possibilità di bucare Marfella che si immola a terra sventando la minaccia. Poteva essere il gol del vantaggio. Il Locri dà segni di vita, insomma.
Al 23’ corner di Piovanello preciso per Neglia che di testa prova ad infilare la rete, ma il portiere sulla linea para in due tempi, e poi Pozzebon non riesce a metterla dentro. E’ il miglior Bari del primo tempo e, nonostante tutto, non riesce a sbloccare il risultato.
Eccede di egoismo Pozzebon che, rubata una palla a centrocampo, avanza per una ventina di metri per tirare senza vedere ai lati, ma il tiro è debole e centrale.
Il Bari deve ritrovare le idee nell’intervallo ed il cambio tattico imposto da Cornacchini cambiando il modulo con il 4-3-3 spostando Piovanello a mezzala sinistra, Hamili a destra e Bolzoni al centro del campo, ne è la prova. Poi c’è anche l’entrata di Simeri che prende il posto di uno spento Pozzebon, e il Bari cambia letteralmente pelle. E al 5’ Di Cesare, su un cross dal corner di Pozzebon, porta in vantaggio il Bari che da quel momento gioca in discesa.
La squadra comincia a macinare gioco con tante ripartenze, e al 60’ Hamlili si divora la palla del due a zero dopo aver ricevuto da Floriano un pallone d’oro a tagliare nell’area di rigore.
Arretra di qualche metro il Bari, ed il Locri comincia a guadagnarne altri coi suoi uomini di centrocampo che cercano l’affondo verso le loro punte ma, nonostante la pericolosità, risultano sterili.
Si soffre, come sempre, il Bari non riesce a far prevalere la sua superiorità, ma quando meno te lo aspetti ecco che il Bari esce le unghie e la sua forza: Simeri al 72’ con il destro raddoppia con un pregevole pallonetto al portiere. Un gran gol che nasce da un errore a centrocampo di Costabile che lancia in contropiede Neglia, il quale serve Simeri che con un pallonetto beffa Manno.
E al 76’ Floriano manda ai titoli di coda la partita segnando il terzo gol, dopo una verticalizzazione di Piovanello per Floriano che, sul filo del fuori gioco, batte Manno da centro area di rigore.
Ancora una volta vanno in gol quelli che hanno dato maggiori garanzie quest’anno, Simeri, Di Cesare e Floriano che hanno fatto prevalere la qualità del Bari.
Fuori Floriano dentro Nannini per irrobustire la difesa negli ultimi quindici minuti. I calabresi cercano il gol della bandiera nei minuti di recupero e per poco non ci riescono in due occasioni, ma la gara finisce qui. Il resto è pura accademia.
Non bisogna farsi prendere dall’ansia perché il campionato si chiuderà prossimamente, non oggi, né domenica prossima, tuttavia è innegabile che cresce ancora il divario sulla Turris e, a meno che non fa karakiri, il Bari dovrebbe entrare l’obiettivo. Poi ci si tufferà nella programmazione per la nuova categoria. Non sarebbe corretto farlo prima.
Massimo Longo