Principale Arte, Cultura & Società Recensione a Giulio Mola, Bari meravigliosa

Recensione a Giulio Mola, Bari meravigliosa

Il titolo del libro rende bene cosa la città di Bari rappresenta per l’autore.

Giulio Mola, giornalista de Il Giorno, emigrante per lavoro a Milano, dopo aver vissuto l’adolescenza e le prime esperienze professionali a Bari, ha voluto lasciare una traccia del suo amore per la città natale in un volume – impreziosito dalla prefazione del noto attore e show man barese Uccio de Santis – che sintetizza mirabilmente vizi e virtù della metropoli pugliese, arricchendo le descrizioni con i suoi ricordi e le sue scanzonate divagazioni.

La città gli prende l’anima e il cuore, ma anche lo stomaco, dato che buona parte del libro contiene l’accurata descrizione e preparazione di pietanze tipiche: dalla focaccia ai panzerotti accompagnati dalla birra rigorosamente Peroni, dalle orecchiette al pesce crudo in tutte le sue varianti (usanza che fa molto barese).

L’autore illustra tutti i vezzi cittadini e cita anche i soggetti che rendono colorita e calorosa questa città caratterizzata da una vivacità che la fa unica nel suo genere e non esportabile o replicabile.

Bari inoltre è la degna sede di ricordi che sfidano il tempo. Ritroviamo ben descritte nel libro memorie d’infanzia, personaggi da varietà, località tipiche, giochi di bambini e di anziani, un contesto umano, talvolta rude, ma sempre – almeno nella descrizione dell’autore – impostato a simpatia e cordialità.

La descrizione della città e dell’animo del barese raggiunge la vetta suprema quando tratta del dialetto, delle espressioni tipiche, delle feste come Natale e Pasqua, in particolare i festeggiamenti di San Nicola, il patrono della città e dei baresi.

Emerge la “cozzalità” del barese, l’esuberanza, l’animo commerciale e i relativi i traffici, la passione per lo sport e per la propria squadra, la rivalità coi leccesi.

Non può mancare la velata descrizione dei misteri e delle magie della città, e poi i locali di tendenza nell’evoluzione degli ultimi decenni, il mitico cinema Marilon e i riti di “svezzamento adolescenziale” qui compiuti, il corteggio di avvocati e parcheggiatori abusivi, i circoli di intrattenimento – quelli dei “signori” e quelli più proletari all’aperto su “Pane e Pomodoro” -, le peculiarità di N’derr a la lanz, con sullo sfondo quel carretto dei gelati che fa tanto estate e tanto Bari.

Agostino Picicco

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