Principale Attualità Con riforma Fornero boom lavoratori anziani

Con riforma Fornero boom lavoratori anziani

di Simona Temperini

Le riforme attuate in passato, come la Fornero, hanno innalzato l’eta pensionabile effettiva. Risultato: tra il 2013 e il 2018 gli anziani che lavorano sono aumentati di 11 punti percentuali, passando dal 42,7% delle presenze al 53,7% nella fascia della popolazione di età compresa tra 55 e 64 anni. I dati sono contenuti nell’ultimo report della Commissione europea ed elaborati dall’AdnKronos. Tra il 2008 e il 2017 la forza lavoro è aumentata di circa un milione di persone, ”principalmente grazie all’aumento dei tassi di partecipazione dei lavoratori più anziani e delle donne”, rileva l’Ue nel dossier.

L’aumento dell’occupazione, osserva la Commissione, ”si è basata su contratti a tempo determinato” che, una volta scaduti gli incentivi per le assunzioni, ”sono diventati l’unico motore per la crescita dell’occupazione”. Nel periodo esaminato sono passati dal 13,2% al 17,1%, con un incremento di 4 punti percentuali. Tra il terzo trimestre del 2017 e il terzo trimestre del 2018 i contratti a tempo determinato sono aumentati dell’11,6%, a discapito dei posti con contratto a tempo indeterminato, che sono diminuiti dell’1%.

L’aumento dei contratti a tempo indeterminato e il conseguente aumento del ricambio del personale, si legge nel dossier, ”riducono gli incentivi per le imprese a investire in formazione specifica e restringono i margini per una specializzazione del lavoratori”. Nonostante il passo in avanti compiuto dall’Italia, con l’occupazione che è passata dal 59,7% del 2013 al 62,9% dello scorso anno (+3,2 punti), resta un considerevole gap rispetto all’Ue.

Nel terzo trimestre del 2018 il dato è arrivato al 63,1% ma – rispetto al 73,2 dell’Unione europea – resta comunque una distanza di 10,1 punti percentuali. In prospettiva, si legge nel report, la possibilità di ulteriori miglioramenti dipende in larga misura dall’aumento dei tassi di attività e dalla riduzione della disoccupazione strutturale.

”Negli ultimi due anni la crescita dell’occupazione -osserva l’Ue- è stata trainata da contratti a tempo determinato. Il calo del tasso di disoccupazione è lento, anche a causa dell’aumento della partecipazione al mercato del lavoro”. Ma ”rimane elevato” passando dal 12,1% del 2013 al 10,6% del 2018 nella fascia di età tra 15 e 74 anni. La disoccupazione di lunga durata e quella giovanile, in particolare ”destano serie preoccupazioni” perché ”continua ad essere elevata ed è ancora molto al di sopra dei livelli pre-crisi”.

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