”Massima libertà di pubblicare ciò che si vuole sui social, ma altrettanta massima identificabilità di chi pubblica, abbinando i profili a un codice fiscale” insiste l’esponente forzista, che cita due casi: ”Innanzitutto, quello del filmato in cui un finto funzionario Bce dice ‘dobbiamo prendere alla gola gli italiani e strozzare l’Italia’, che fa 4 milioni di visualizzazioni. Un chiaro esempio di contenuto chiaramente falso, con una sua forte influenza ed effetto fuorviante”.
Poi, sottolinea, ”c’è il recente video con ben 5 milioni di visualizzazioni di un ragazzo che si finge un ladro sul letto di ospedale, ferito dalla reazione di uno che ha sparato per legittima difesa: lui cattura l’attenzione con la frase ‘che ho fatto di male, volevo solo rubare qualcosa per mangiare, merito di morire? Allora la prossima volta vuol dire che mi porterò anch’io una pistola'”.
“La mia proposta – precisa Ruggieri – non impedisce a una persona di avere anche 5mila profili, ma devono essere tutti chiaramente riconducibili a qualcuno che risponde di quello che pubblica e che rimane libero di pubblicare ciò che vuole”.
Ruggieri ricorda anche un altro ‘caso’: “Di recente sono circolate immagini di due persone che avevano ottenuto il reddito di cittadinanza e sbeffeggiavano i lavoratori che ancora si alzano la mattina per lavorare. Poi si è scoperto che quel video era falso, ma nessuno è riuscito a sapere chi lo aveva messo in giro: sarebbe giusto capire chi fa questo tipo di scherzetti”.
La pdl, presentata alla Camera, dal titolo ‘Nuove disposizioni in materia di tracciabilità degli account social’, vuol ”contrastare ogni forma di violazione della dignità della persona, in particolare dei minori in quanto soggetti più deboli ed esposti sul web”.
Secondo Ruggieri ”l’utilizzo assai diffuso dei social network comporta la necessità di una maggiore consapevolezza nell’uso delle tecnologie digitali, divenute oramai principale veicolo di diffusione delle informazioni. Ciò rende improcrastinabile una regolamentazione o, quantomeno, dei ‘filtri’ di autenticazione, anche perché il dibattito in rete che deriva dalla interconnessione tra più soggetti può in ogni caso generare contenuti giuridicamente rilevanti”.
“Rendere trasparente il sistema delle piattaforme social – assicura – può avere effetti positivi sia in termini di sicurezza e tutela per i cittadini che in termini di qualità delle informazioni, a garanzia di un uso responsabile della rete internet e del dibattito on line”.
Prevedere, quindi, la “tracciabilità dei dati degli utenti dei social network è ormai priorità sia dal punto di vista sociale che normativo”. A tal fine, la pdl obbliga i “fornitori di servizi di social network elettronici, al momento della registrazione di un account social”, di ”richiedere contestualmente, oltre ai dati anagrafici del soggetto iscritto, anche il codice fiscale e copia fotostatica in digitale dello stesso”.