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Barometro politico: aggiornamento

Il barometro della  politica nazionale è ormai in rapida evoluzione. Vi contribuiscono due fattori: da un lato la fine delle ideologie, che grosso modo dividevano l’opinione pubblica in due blocchi, uno a destra ed uno a sinistra, salvo i distinguo e le sfaccettature, ed una maggiore, oserei dire capillare informazione politica dei cittadini. Qui il discorso si fa impervio, perchè occorre distinguere, anzitutto, tra informazione e propaganda, cosa non sempre facile, dal momento che organi d’informazione si prestano, purtroppo a far propaganda all’uno o l’altro politico, ed i comunicatori degli uffici stampa sono scafati nel mascherare abilmente i comunicati e farli passare per articoli. Ma a dispetto di questi fattori negativi va preso atto che sta migliorando la qualità dell’elettorato ed il segnale positivo va colto dalle fluttuazioni, piuttosto rapide, dell’asticella del gradimento di questo e quel politico, di questo e quel partito, indifferentemente che si tratti appunto di partito, movimento o coalizione.

E’ così che avviene nelle democrazie avanzate, dove solo una minoranza sparuta di supporter resta fissa. Gli elettori, certo. hanno un orientamento politico-sociale, ma votano poi anche la cosiddetta parte avversa se ritengono migliore quel candidato o, in quel momento storico, più utile per il Paese che al governo vada la parte per la quale pur non nutri particolare simpatia. Siamo ancora piuttosto lontani da quel traguardo, e parlo di traguardo perchè una volta raggiunto dagli elettori, costringerà i politici ad adeguarsi. I partiti dovranno tornare a selezionare i candidati con criteri di competenza e meritocrazia, se vorranno restare competitivi sul mercato elettorale, i singoli dovranno lavorare seriamente, essendo chiamati dall’elettorato a rispondere dell’operato. La musica sta cambiando, dunque, ed è armonia per il Paese e gli elettori, dissonanza per i partiti ed i politicanti.

Andiamo al barometro. Al nervosismo di Salvini di questi giorni certamente non è estranea quella costante che emerge da tutti gli ultimi sondaggi sul gradimento politico e su come oggi voteresti. Il trend positivo della Lega a danno dei 5 Stelle, una costante negli ultimi mesi, non solo si è recentemente interrotto, ma si è decisamente invertito.

Sbaglierò ma credo sia dipeso da un lato dagli scandali Siri e Fontana, che la difesa ad oltranza di Salvini, coi toni che gli sono usuali, ha contribuito ad amplificare e far conoscere pure agli esquimesi, dall’altro dalla scoperta di un Conte, quando occorre decisionista senza tentennamenti, che in situazioni critiche non perde il controllo, ma resta fermo pur porgendosi da quel signore qual’è. Ed un poco di signorilità e misura infondo non guasta ed è gradita a tanti, silenziosi, ma tanti. A quest’ultimo ha fatto sponda il M5S e il suo leader politico di Maio, che ha saputo riscattarsi, almeno in parte, con Siri della brutta pagina della negata autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, che aveva fatto toccare ai pentastellati il punto più basso del gradimento nel proprio stesso elettorato. Si sono contate parecchie defezioni al riguardo.

Per il resto non si stanno verificando significative variazioni. Nella destra la Meloni erode qualche decimale a Berlusconi. Nella sinistra Zingaretti riprende qualche elettore, ma un avviso di garanzia per finanziamento illecito ferma la cosa, mentre la sinistra antagonista, rifrazionatasi dopo le politiche stenta a rappresentare interessi qualificati dovendo accontentarsi di decimali risicati.

In conclusione mi ripeto. La fluttuazione che si va registrando in questi giorni è la vera speranza di cambiamento in questo Paese che ha bisogno disperato di una classe politica capace ed onesta che lo tiri fuori dal baratro di un debito pubblico fuori controllo. Se non si aggiusta quello, non si può neanche sperare di migliorare. E se non ci fosse stata l’Europa a mettere un freno all’indebitamento, da tempo saremmo stati in un irreversibile fallimento del Paese. Dunque per il prossimo Parlamento europeo votate chi volete, ma votate! E’ importante.

Gianvito Pugliese

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