Archiviato il campionato con la promozione in serie C, con la dirigenza alle prese con il rafforzamento della squadra in vista del torneo della serie C, il Bari di Cornacchini di fresca conferma in panchina insieme al suo staff e a Matteo Scala, doveva affrontare la coda della poule scudetto tra le vincitrici dei vari gironi della serie D. Ed al Bari son capitate il Picerno, prossimo competitor anche nel campionato prossimo di serie C, e l’Avellino vincitore dello spareggio con il Lanusei.
Il timore era quello di scendere in campo privo di quelle motivazioni necessarie per affrontare incontri del genere, privo di benzina e di volontà nel cercare di ottenere questo secondo trofeo, peraltro solo simbolico, che avrebbe, di diritto, apposto lo scudetto sulle maglie biancorosse nella prossima stagione. Per contro, come tutte le squadre finora incontrare dal Bari, un altro timore era quello che il Picerno, al pari dell’Avellino, sarebbe potuto scendere in campo con motivazioni maggiori rispetto a quelle del Bari sia perché giocava nello stadio San Nicola, sia perché battere il Bari sarebbe stato per loro una impresa da incorniciare nel loro palmares così come hanno fatto la Cittanovese, il Roccella, la Turris e la Nocerina. Tra le altre cose, il Picerno, macchina da gol quasi al pari del Bari, era fresco di una promozione storica firmata Donato Curcio, alias lo Zio d’America da Buffalo, picernese trapiantato negli USA, che ha provveduto a finanziare il giocattolo lucano. E a proposito di miracoli, Potenza a parte che ha disputato la serie C più volte, il Melfi – altra squadra lucana – l’ha preceduta qualche anno fa in serie C. Ma, di fatto, le due squadre non si sono risparmiate giocando sempre per cercare il risultato senza risparmiarsi quasi a voler dimostrare di non snobbare l’impegno.
Out Aloisi per un infortunio al ginocchio, ma con Brienza, Simeri, Floriano, Bolzoni e Mattera recuperati, Cornacchini ha mandato in campo un 4-3-1-2, vale a dire Marfella in porta, Turi, Mattera, Di Cesare e Nannini in difesa, Hamlili, Bolzoni e Langella a centrocampo, Brienza a dar fosforo alla manovra, Floriano e Simeri in attacco.
Pochi gli spettatori sugli spalti, forse il tempo piovoso, forse qualche comunione di troppo, forse il titolo in palo non esattamente prestigioso, la gente satolla del campionato, fatto sta che oggi c’erano non più di cinquemila persone.
Un arbitro donna, per la prima volta ad arbitrare una gara de Bari, ha impreziosito la gara illuminata sin dall’inizio dai riflettori a causa del tempo tendente al buio, anche se, di fatto, ha innervosito la gara annullando un gol regolare al Bari.
Risultato giusto nel primo tempo col Picerno che si è limitato a difendersi ordinatamente, non giocando alla carlona, provando a giocare, però il Bari ha trovato di difficoltà nel proporsi a causa della solidità del Picerno nel difendersi. Anche il terreno di gioco ci ha messo del proprio rendendo il pallone viscido e inevitabilmente, facendo sbagliare anche i passaggi più semplici.
Al 7’ Floriano riceve la palla di un fallo laterale, dal fondo crossa per Hamlili che al volo sferra un tiro che va a finire alto sulla traversa.
Ancora il Bari che si muove in velocità in attacco per annebbiare il compito dei lucani e prova ne è che Floriano da solo sbaglia il gol, ma era in fuori gioco, segno che il Bari risulta pericoloso e fa la partita, e col Picerno che resta chiuso nella propria metà campo e che, in qualche modo, riesce a disimpegnarsi con ordine.
Il Bari fa difficoltà nell’impostazione e allora il Picerno prova a giocare non buttando mai la palla, il campo comincia ad essere viscido, occorre padronanza per mantenere il pallone e il gioco ne risente anche a causa anche di falli a centrocampo.
Tedesco, quindi, con la punta del piede, complice una ingenuità di Turi che ha ritardato la chiusura, colpisce il pallone ma il suo tiro va a finire un soffio fuori.
Il Bari non riesce a trovare spazio per giocare, parte da dietro per imbastire un’azione, fa girare la palla ma non riesce mai a liberare nessuno per la conclusione, forse anche a causa del terreno di gioco inzuppato d’acqua che ne condiziona il gioco. I biancorossi non riescono a sfruttare azioni di ripartenze, eppure sono queste le occasioni con le quali deve provare a sfruttare perché è l’unico modo per sfondare la difesa lucana.
Il Picerno si affaccia nella metà campo barese rendendo il match più equilibrato anche se non ci sono occasioni pericolose particolari da segnalare.
Il Bari, comunque, fa la partita, Brienza in gran forma sembra ispirato ma non riesce a trovare spazi giocabili ed, anzi, va pure in gol con Di Cesare che riceve un assist di Simeri facendosi trovare pronto con una deviazione in rete ma l’arbitro segnala un fuori gioco.
Mentre Giove Pluvio non vuol saperne di essere più clemente peggiorando, anzi, il tempo con lampi e tuoni oltre al diluvio che si scatena sul San Nicola, il Bari non riesce a venirne fuori dal guscio del Picerno. Bolzoni non riesce ad ottimizzare un rimpallo scaturito da una punizione di Brienza: poteva essere la palla del vantaggio perché era solo davanti a Coletta.
Sinistro di Simeri al 16’ del secondo tempo, si gira all’altezza del dischetto del rigore, ma il suo tiro è deviato dal portiere lucano.
Pressa il Bari, gioca con convinzione, aumenta i giri del motore, alza il baricentro, ma il terreno non lo aiuta ed il Picerno disimpegna in qualche modo.
Brienza fa tanto movimento ma non riesce a trovare l’assist vincente, ci provano tutti a sfondare la difesa del Picerno ma il risultato rimane inchiodato sul pareggio.
Ci prova, allora, Hamilii dalla distanza ed il pallone termina di un soffio sulla traversa al 22’.
Solito capovolgimento di fronte come spesso è accaduto nel corso della gara, conclusione di Galon improvvisa, ma Marfella a mano aperta devia in corner quel tanto che basta per non far entrare la palla in rete: poteva essere il vantaggio per il Picerno.
Cornacchini studia qualche soluzione alternativa per sbloccare la gara sfruttando la possibilità dei cambi anche per mandare qualche pallone in area fino a questo momento quasi mai arrivati, e al 30’ esce Floriano per Neglia rinunciando, di fatto, ad un attacco più spregiudicato e successivamente è la volta di Piovanello per Langella un attimo prima che lo stesso centrocampista barese mettesse al centro una bella palla per Neglia che non riesce a deviare in gol.
Il Bari deve fare attenzione a non scoprirsi a non creare varchi perché il Picerno è squadra compatta e quando ha una minima possibilità non ci pensa un attimo per tentare la conclusione.
I lucani, allora, capiscono che il Bari ha qualche difficoltà nel proporsi ed allora prova a sfondare la difesa barese ma la stessa, in qualche modo, riesce a sventare le minacce.
Fuori Brienza che ha combattuto, dentro Iadaresta per dare peso in attacco.
Esce un pallido raggio di sole che illumina la tribuna est del San Nicola ma non il Bari che non riesce a trovare l’acuto giusto per sbloccare il risultato, anzi è il Picerno con Vanacore che per poco non fa gol. Simeri a capofitto fa uno scavetto, entra in area ed un difensore lo atterra ma l’arbitro che, come tutti, vuole uscirne da protagonista, non fischia il rigore.
Il raggio di sole, allora, prova a far capolino sul Bari che nel recupero va in gol con Iadaresta su assist di Neglia, ma ancora una volta l’arbitro annulla per un presunto fuori gioco dello stesso attaccante, fuorigioco che, rivisto nei vari replay, non c’era affatto.
Termina così la gara col Bari che, tutto sommato, non è dispiaciuto, ha lottato contro un avversario robusto che, non a caso, ha vinto il suo girone. Ed ora al Bari toccherà andare a far visito all’Avellino al Partenio per la seconda gara, una gara per cui è costretto a vincere per sperare di passare il turno, obiettivo difficile onestamente ma non impossibile.
Massimo Longo