Nel presentare ai nostri lettori il complesso e variegato evento in programma al terminal crociere del porto di Bari sabato scorso, non avevamo afferrato dal comunicato pervenutoci quanto avremmo avuto occasione di vedere e di ascoltare di li a poco.
Da un lato ci siamo trovati di fronte ad una bella mostra fotografica, dall’altro ad analoga esposizione di quadri, ed ancora a taluni manufattii, che non possono essere definite sculture, ma più esattamente creazioni utilizzando materiale rinvenuto in mare: dalla poseidonia, al frammento di rete da pesca, ai sassi levigati dalle correnti, ai rifiuti di plastica, al delfino giocattolo che un bimbo ha perso o, forse, “liberato” in mare.
Ovviamente, foto e quadri avevano come tema, evidente o sottinteso, il mare e San Nicola, che poi a ben vedere sono due termini che possono anche fondersi, come spesso è accaduto nella storia. E come se questo non fosse stato di per sè sufficiente, il pezzo forte della serata è stata la conferenza del prof. Enzo Varricchio, che di questa testata è stato prezioso collaboratore.
Ai lettori, taluni adusi al mio modo di scrivere, parrà stano io adeperi il noi, anzichè, come di consueto la prima persona singolare. Uso noi perchè con me c’era il direttore di questo giornale, Antonio Peragine. Diciamo subito che la location era in assoluto la più adatta a parlare di mare e di quel rapporto speciale con mare e marinai che è proprio del vescovo di Myra, divenuto poi Santo patrono di Bari, unitamente, è bene ricordarlo, a San Sabino. Quale altro posto è più caro ai marinai se non il porto? Il luogo del rifugio, che protegge dal mare in tempesta, dai flutti che, talvolta, divengono ostili e perigliosi.
Certo, le luci non erano le più adatte ed i riflessi sulle cornici delle fotografie non aiutavano ad apprezzarle in tutta la loro bellezza, ma non era una galleria e bisognava adattarsi. Nel complesso però il tutto era stato ben distribuito, per cui la sensazione di gradevolezza dell’ambiente era prevalente.
Due figuranti-attori, un San Nicola ed un marinaio, hanno fatto da cornice alla conferenza incentrata sugli studi che Enzo Varricchio ha approfondito circa le varie ipotesi in ordine alle reliquie nicolaiane, che si vuole, da parti differenti, trovarsi a Bari, a Venezia, ancora a Myra ed anche altrove. Ma Varricchio ha spaziato andando da un analisi delle possibili imbarcazioni utilizzate per la traslazione delle reliquie, che certamente non erano caravelle, al presumibile numero dei partecipanti all’impresa che altrettanto certamente non erano solo il 62 di cui si conoscono i nomi.
Non è stata l’unica relazione quella di Varricchio, che ha fatto seguto a quella di Luca Vessio, uno degli autori del film “Nicola, lì dove sorge il sole”, ma è stata certamente il piatto forte della parte dedicata al Santo Patrono.
La mostra, anzi le tre mostre, la conferenza e tutto quello che è stato questo significativo evento sono stati illustrati, con la consueta capacità, da Rosa Capozzi, infaticabile catalizzatrice di talenti nostrani, il cui entusiasmo rende possibile sinergie, altrimenti impensabili.
Anche se non è stato ricordato, o forse mi è sfuggito, io una parola di ringraziamento la vorrei spendere nei confronti del prof. Ugo Patroni Griffi, Presidente dell’ Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale, che gestisce i Porti di Bari, Brindisi e diversi altri e che ha messo a disposizione la struttura, cornice che più adatta al tema non si poteva neanche immaginare.
Gianvito Pugliese