“Andare verso la luce, oltre le difficoltà!”
CROTONE – Si è svolto presso la splendida cornice naturalistica de “I Giardini di Museo Pitagora”, per volontà della Fondazione Turano Onlus in collaborazione col Gruppo di Teatro – Terapia Teseo, l’evento “Lègami: ritmo, corpo, movimento in riabilitazione”, inserito nel calendario della II Edizione del “Mnemosine – Festival della Memoria” che vede la Fondazione Turano al centro di un Network internazionale attivo da oltre dieci anni: l’Istituto Dya Swiss che, dalla Svizzera, guarda al Nord Europa, alla Spagna e a Bruxelles con il patrocinio della Fondazione EBRI – Rita Levi Montalcini. I primi eventi, si sono svolti gli scorsi 12 e 13 Aprile a Matera e sono stati inseriti nelle tante attività che ne celebrano l’anno di Capitale Europea della Cultura 2019. Il tutto è culminato con la messa in scena dello spettacolo del “Rugantino”, dimostrazione di lavoro del Laboratorio Teatrale integrato dell’Istituto Vaccari di Roma.
Serata, quella di Crotone, densa di emozioni con la rappresentazione de “Il filo rosso” che prende spunto da un’antica leggenda orientale secondo la quale tutte le persone sono legate fra di loro da un filo rosso invisibile che li accomuna; a cura di Mariarita Valentini, Rossella Caruso e Gabriele De Simone, psicologi – attori del sopracitato Gruppo di teatro – terapia. Protagonisti sono stati gli anziani affetti da morbo di Parkinson, che si sono cimentati in un perfomance coreografica dimostrando di voler abbattere le barriere che la malattia pone loro davanti. Sulle note di “A mano a mano”, quasi come un inno, hanno evidenziato una forza di volontà unica. Momento clou dell’esibizione è stato quando gli anziani a turno si sono passati fra di loro il filo rosso venendo a creare una specie di rete che, in conclusione di tale momento, ha riguardato anche il pubblico che è stato legato da questo filo rosso, per dare un segnale che si è tutti uguali nella malattia, sia nella salute. “Teseo” – afferma la Dottoressa Caterina Podella neurologa e formatrice in neuroscienze Dya Swiss Insitute – “ È la parte oscura che vive dentro di noi. Si tratta dello specchio di chi siamo; il filo rosso ci permette di arrivare alla libertà, andando oltre i disagi della malattia” – continua – . Secondo la Dottoressa Podella, si possono vincere le tante paure che vanno dai sentimenti alla malattia. Tutti hanno diritto alla libertà, poiché la danza è un momento di coscienza del proprio corpo.
Durante il suo intervento la neurologa afferma :” Bisogna incrementare l’integrazione e le humanities nelle prestazioni mediche per far sentire i pazienti meno soli”. Interessante anche il suo intervento inerente l’attività cerebrale che si dimostra essere un’azione di continua plasticità e, in virtù di ciò, l’aspirazione al bello dev’essere quotidiana con anche le difficoltà della malattia.
Il Gruppo Teseo è il partner ideale per questo fine, perseguendo il progetto del laboratorio teatro – terapeutico sociale in cui i movimenti del corpo sono ispirati alla coreutica di Pina Bausch, fondatrice del Tanztheater di Wuppertal e filosofa della corporeità: il metodo delle azioni fisiche è al servizio di un’esperienza di condivisione degli stimoli di espressività integrata, rivolto non solo a persone con disagio cognitivo, ma guardando alla sfera globale della persona.
Il Team del Gruppo Teseo è stato guidato da Rossella Caruso, specialista in logopedia e danza terapia; Mariarita Valentini, esperta dei legami relazionali e Gabriele De Simone, psicologo del ciclo di vita. I giovani dottori – attori si sono detti soddisfatti del risultato conseguito, raccontando anche come siano entrati in legame forte con i pazienti crotonesi che, in loro, hanno visto la forza della giovinezza abbattere ogni limite della malattia, e come nelle migliori catarsi artistiche, si sono lasciati guidare in questo viaggio sensoriale, risvegliando le loro sensazioni sopite, ma mai del tutto scomparse. È stata ammessa anche la partecipazione degli assistiti della Cooperativa Sociale Shalom di Crotone che, ospitati presso la Sede del Centro Turano, hanno avuto accesso a dei laboratori specifici per la loro integrazione. http://www.centrosaluteturano.it/ ; https://www.facebook.com/Shalom-SocCoopSociale-Centro-diurno-Marianna-Agostino-Caritas-Crotone-512986658719354/.
Ciò che ha colpito la Dottoressa Caruso è stato l’immenso amore di una donna nei confronti del marito, al quale passava sempre il filo rosso durante la tessitura della rete. “L’utilizzo delle varie parole” – afferma la Dottoressa Valentini . “È stato congeniale per far loro esprimere non solo la corporeità, ma anche l’espressività verbale”. Secondo Gabriele De Simone, un’efficace sintesi può essere simboleggiata dal gioco delle emozioni, in cui un paziente è passato gradualmente, dalla scelta del colore nero, alla scelta del colore grigio chiaro, espressione del cambio di prospettiva esistenziale.
Molto assortito il panel dei relatori che, dopo l’intervento della Dottoressa Podella, ha visto la relazione del Dottor Marco Tatullo, Direttore Scientifico Tecnologica Research Insitute che, seppur rimarcando le differenze di specializzazione, essendo egli ricercatore in ambito odontoiatrico, ha fornito degli ottimi spunti di analisi.
Tatullo ha citato l’ambito delle cellule staminali, riferendo l’esempio della fisica quantistica, ovvero l’osservazione dell’epifenomeno nella sua manifestazione, citando il modello cellulare e l’approccio staminale. “Esse sono state investigate da tanti gruppi di ricerca e nel 2013, dopo tanti studi” – afferma il ricercatore – “sono state ritrovate all’interno di cisti infiammatorie dei denti cariati, vere e proprie cellule staminali, ricorrendo alla tecnica del “committement”, ossia correlazione intrinseca fra la stessa attività delle cellule staminali del midollo” conclude. La prova di tali teorie è stata fornita dai cosiddetti “marks” delle cisti infiammatorie delle carie che, all’estrazione del dente e in seguito al sottoponimento a varie reazioni, tali cellule hanno formato dei neuroni capaci di interagire e creare una vera e propria attività cerebrale. Tali ricerche sono state validate con vari riconoscimenti e riscontri positivi nazionali e internazionali.
“Servire gli Italiani, non servirsene”, è il motto del Cavaliere Dott. Antonio Peragine, Direttore de “Il Corriere Nazionale” e “Corriere di Puglia e Lucania”, il quale ha sottolineato la grande difficoltà di fare divulgazione scientifica. Compito delle testate di è quello di vivere di approfondimenti e di buone prassi. “Non tutta la stampa informa” continua Peragine “Quello del direttore è un ruolo importante: far notare come in Italia, soprattutto Meridionale, ci sia tanta professionalità, ma spesso essa non viene riconosciuta”. Si evince un attacco a una certa parte di stampa, legata a dei retaggi che non appartengono più ai nostri giorni, ma che si riscontrano spesso, soprattutto quando si decide di lasciare il Sud in un alone di anonimato. Il Direttore conclude sostenendo come il coraggio sia il faro dell’agire umano, per far capire chi si è come si è, lanciando anche la sfida di andare oltre determinate tradizioni che possono apparire come un freno allo sviluppo, andando a incentivare personalità del territorio troppo spesso dimenticate.
Molto apprezzato anche l’intervento del Consigliere Comunale di Crotone, Giuseppe Renato Carcea, il quale si è soffermato sulla necessità di inserire nei bilanci annuali delle amministrazioni pubbliche una voce dedicata alla ricerca, per cercare di sostenere le attività di grandi eccellenze territoriali che danno lustro alla Sanità. Infine, Il Professore Gennaro Colangelo che si occupa di teatro sociale da quasi un ventennio, esprime la volontà di rilanciare l’attenzione verso questa tipologia di problematiche, accogliendo la sfida della replicabilità in altri territori dell’evento di Crotone.
Mario Franzin