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Una domanda ai terroni

Da terrone a terroni:

ora che la Lega, attraverso le parole di Salvini e Garavaglia, reclama forte e chiaro l’autonomia fiscale delle regioni, come la mettete con il 1.285.329  (milioneduecentottantacinquemilatrecentoventinove) voti che gli avete regalato alle europee?

L’autonomia fiscale significa, per chi ancora non lo sapesse, che ciascuna regione, ed a cascata gli enti locali del territorio, riceverà risorse in proporzione a quanto ha prodotto e versato al fisco.

Quindi le regioni ricche, peraltro già dotate di infrastrutture all’avanguardia, per lo meno in confronto a quelle più povere, riceveranno ancora di più, e quelle più povere assai di meno.

E’ vero che la Lega ha totalizzato il 34,33% dei voti, sempre alle europee, ma è altrettanto vero che, siccome hanno votato solo il 56% degli aventi diritto, il 34,33% dei voti equivale ad un consenso pari, circa, al 20% del totale degli italiani aventi diritto al voto.

Ma Salvini e le sue orde non vanno troppo per il sottile. Con quel consenso, che le testate amiche hanno definito epocale, anche se tale non era, va all’incasso per conto dei suoi padroni, le cui simpatie cerca di riprendersi. Chi sono? I piccoli e medi industriali del nord, in particolare del nord-est, lo zoccolo duro storico della lega, che ha recentemente dato segni di evidente insofferenza.

La realtà ha sfatato il mito, o meglio la favoletta metropolitana che voleva gli amministratori leghisti tutti onesti ed efficienti. La raffica di avvisi di garanzia di questi giorni ed anche dei precedenti, sfata questa fake news. Salvini alza spada e scudo (quelli del giuramento di Pontida?) in difesa dei suoi, ma i fatti contestati loro sono abbastanza plateali.

Sono garantista e la presunzione di non colpevolezza vale per tutti i cittadini. Non nella stessa misura per chi ricopre un incarico pubblico. E’ doveroso, infatti, mettere quest’ultimi in condizione di non nuocere ulteriormente alla casse pubbliche, che poi saranno riempite nuovamente attingendo dalle tasche dei cittadini, tanto per cambiare.

Le domande a questo punto diventano due. Da un lato mi chiedo e chiedo a quelli che dal sud e dalle isole hanno votato lega: come vi sentite ora che vi si sta per ritorcere contro il vostro stesso voto e che avete decretato la vittoria di chi vuole e pretende, pena la caduta del governo, il federalismo fiscale o autonomia regionale, che dir si voglia? Ma veramente vi eravate illusi che Salvini e co. avrebbero curato anche i vostri interessi e non solo quelli dei loro eterni padroni?

Va detto, per onestà intellettuale che, anche se i dati di cui sopra ridimensionano il risultato della Lega, sempre una bella vittoria ha conseguito, soprattutto considerando il differenziale rispetto alle ultime politiche o alle precedenti europee.

La seconda domanda, forse più interessante ed attuale va rivolta a Di Maio ed allo stato maggiore pentastellato: avrete il coraggio e la forza di difendere gli interessi delle regioni meridionali ed insulari, uniche in cui, pur fortemente ridimensionati rispetto allo straordinario risultato delle politiche, siete rimasti primo partito? Difendere le proprie roccaforti residue significa battersi, seriamente, per colmare il divario nord-sud, divario che si creò con le ruberie a danno del sud ad opera del regno sabaudo seguite all’annessione del regno delle due sicilie, e che ha visto fino ad oggi progressivamente crescere il divario, grazie ad una legislazione tutta a favore delle regioni maggiormente industrializzate.

Salvini giocherà sporco e duro (non era il celodurismo, infatti, il marchio di fabbrica leghista?), minacciando il ricorso ad elezioni anticipate, preconizzando una ulteriore crescita sua e della Lega. I pentastellati saranno capaci di un rigurgito di orgoglio e d’intelligenza politica, finora assenti con buona pace degli esiti della piattaforma Rousseau, e vorranno rispondere “vedo”. Se Salvini sta bluffando dovrà fermare la sua avanzata contro il meridione e le isole, se cerca la fine del governo e le elezioni anticipate, in cui crede di poter ulteriormente incrementare il consenso, lo faccia pure, l’elettorato è attualmente talmente volubile, che tutto può succedere. D’altronde il feeling tra tanti elettori e M5S si è rotto allorchè la creatura di Beppe Grillo ha votato negando l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Chissà che la lezione non sia servita?

Ma dalle risposte a qualche domanda posta ieri sera, mentre scrivevo questo articolo, a taluni autorevoli esponenti nazionali pentastellati, la vedo nera. Le risposte sono state evasive con tendenza a minimizzare gli effetti micidiali per il sud dell’autonomia regionale. Evidentemente, non hanno ancora capito di essere nella morsa del boa e chi l’ha inteso deve piegare il caso ed obbedire alla linea dettata dall’Olimpo.

Gianvito Pugliese 

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