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Nuovo laboratorio al de Viti de Marco di Valenzano

di Gianmichele Trotta (studente dell’Istituto de Viti de Marco sez. dist. di Valenzano)

Evento storico nel piccolo del nostro istituto di Valenzano quello accaduto giovedì 28 marzo nel plesso di Corso Italia, rappresentando parte integrante delle attività di orientamento .
Da tempo non si vedeva una tale rimodernizzazione ed ampliamento dell’infrastruttura scolastica coinvolgendo contemporaneamente docenti ed allievi.

Mi riferisco a non altro che all’inaugurazione del nuovo laboratorio di microbiologia e chimica che interesserà l’intero indirizzo biotecnologico dell’istituto.
La realizzazione della nuova aula è il frutto di una feconda sinergia tra docenti e discenti che ora potranno meritatamente godere dei  conseguenti benefici.

In effetti il corso di Biotecnologie attivo presso il de Viti de Marco sezione distaccata di Valenzano prevede circa metà delle 32 ore didattiche settimanali con attività in laboratorio e la disponibilità di strumenti, macchinari e spazi più adeguati per sviluppare al meglio conoscenze e capacità rappresenta una vera conquista.

Di sicuro un’esperienza emozionante per gli studenti vistisi catapultati in questa esperienza che ha certamente cambiato la loro prospettiva di studiare la materia.
A fare chiarezza su questi punti è intervenuta una delle docenti più impegnate nell’iniziativa, la Prof.ssa Ruggeri, insegnante di materie scientifiche del corso Biotecnologico e protagonista della nostra intervista.

Che cosa ha portato alla scelta del locale dove trasferire il laboratorio?
Nella sede di Valenzano l’aula in questione rappresentava l’unica inutilizzata con uno spazio sufficiente ad accogliere non solo il complesso delle attrezzature ma anche le circa 80 persone che hanno partecipato all’evento, fra studenti, ragazzi in orientamento e professori.
Al termine delle festività pasquali sono avvenuti i rispettivi trasferimenti dei corsi.

Che ha di nuovo questo laboratorio?
La nuova aula didattica è stata necessaria per lo sviluppo dell’indirizzo Biotecnologico che può oggi contare sull’aiuto di macchinari e strumenti all’avanguardia, un grandissimo passo avanti confronto ai precedenti strumenti, obsoleti ed insufficienti.

La prof. Ruggeri ci ha poi raccontato che in realtà l’opera non è affatto conclusa. Ciò che abbiamo visto è solamente l’essenziale, a quello si dovranno aggiungere ulteriori materiali per le materie chimiche e microbiologiche.
Nel dettaglio l’apparecchiatura finale conterà su strumenti quali cappe aspiranti, materiale per la sterilizzazione, una stufa, mantelli scaldanti, apparecchiature per l’estrazione di sostanze ed analisi microbiologiche tra cui il più rilevante di tutti a detta della docente, lo spettrometro.

Su quale budget ha potuto contare l’iniziativa e da dove derivano i finanziamenti?
Alla nostra curiosità ha risposto la professoressa spiegandoci la natura dei fondi che hanno portato alla realizzazione del laboratorio professionalizzante.
Da quanto appreso il finanziamento più importante deriva essenzialmente da fondi speciali europei denominati FES che la scuola si è aggiudicata presentando un bando di 100mila euro vinto dalle due sedi scolastiche congiuntamente.
La sede di Valenzano ha poi riscosso un terzo della somma vinta pari a circa 33mila euro da investire per il futuro degli studenti.
A questo ci sono da aggiungere poi altre esigue somme derivate da concorsi vinti dagli studenti della scuola ed in particolare proprio dai ragazzi appartenenti all’indirizzo biotecnologico.

Le attenzioni poste al biotecnologico possono mettere in secondo piano i restanti indirizzi?
Sia l’orientamento che altri progetti sono preparati dalla scuola in ugual maniera per ciascuno degli indirizzi scolastici senza preferenza alcuna.

Da cosa deriva allora il maggior riscontro positivo del Biotecnologico?
Secondo la docente di scienze tale conseguenza deriva essenzialmente da una assenza nel territorio di altri indirizzi paragonabili a quello proposto. Ciò di fatto non accade per gli altri indirizzi che invece subiscono la concorrenza di altre scuole con corsi simili e, in materia di ASL, dello scarso sviluppo industriale nel territorio meridionale, giustificando così lo scarso rendimento di alcuni progetti.
La prof. Ruggeri ha poi giustificato il successo del corso grazie alle persone che ci lavorano dietro ed un corpo docente qualificato e competente che rispetto ad anni passati le ha “dato manforte” per ottenere uno sviluppo di questo calibro.

Il tempo confermerà o meno le potenzialità acquisite da questa esperienza che ha ancora una volta evidenziato quanto sia importante che docenti e studenti collaborino per il raggiungimento di obbiettivi comuni ed il benessere reciproco, anziché ostacolarsi.

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