Al tavolo dei relatori giovedì scorso nella sede di piazza Palmina Martinelli, come annunciato nella convocazione, Pasquale De Santis e Nicola Magrone. Apre la seduta di Italia Giusta il segretario De Santis e, mentre sta chiedendo scusa alla sala gremita se, prima e fuori dell’odg annunciato, dirà due parole in merito all’increscioso episodio di violenza, perpetrato due notti prima a danno del consigliere comunale e nipote del sindaco Magrone, Paolo…… si materializza un perfetto colpo di teatro, in realtà assolutamente casuale, entra, cioè, nella sede del Movimento, Paolo Magrone, accolto da un lungo e caloroso applauso.
Sembra, come commenta uno dei presenti, un pugile reduce da un incontro. Pasquale De Santis lo invita a prendere immediatamente la parola. Paolo Magrone, racconta per sommi casi l’aggressione subita ed, a proposito delle motivazioni, non avanza ipotesi diverse dal precisare che il principale e primo aggressore gli è parso fuori di sé (ndr. drogato o in preda all’alcool?). Dice però una cosa significativa: “ieri sera, sul tardi sono ritornato nello stesso posto, più o meno alla stessa ora dell’aggressione, tanto per trasmettere ai cittadini il messaggio che non bisogna temere, barricarsi in casa e lasciare che il paese divenga terra dei delinquenti e dei violenti.”
Tocca a Nicola Magrone entrare nel merito della vicenda. E viene fuori subito il grande magistrato, il procuratore ed il giudice dei processi scomodi, quelli che toccavano i poteri forti e che nessuno voleva, dal momento che non aiutano a far carriera, anzi.
Ho registrato. Avrei voluto aver filmato per farvelo vivere. Ne sarebbe davvero valsa la pena. Un monumento di oratoria, acuta, profonda, mai apodittica, mai demagogica. Nicola, dall’alto dell’esperienza del giudice (presidente di Corte di Assise) e dell’inquirente (procuratore della Repubblica a Larino), esclude il movente “mafioso” a scopo intimidatorio, per la semplice ragione che loro (i mafiosi) i delitti li firmano, e questa aggressione è l’esatto opposto. Non è neanche un episodio di violenza improvvisa. Gli amici sarebbero intervenuti a trattenere, non a dar man forte. Si è trattato, evidentemente, di un’aggressione premeditata e preordinata. E questa aggressione, fortunatamente con conseguenze limitate, anche perché perpetrata in luogo centrale e comunque frequentato, non è tanto diversa nelle modalità dalle stragi ad opera di chi getta una bomba nel mucchio, per colpire gente comune e terrorizzare tutti. Nel caso di Paolo è terrorismo mirato a colpire un consigliere, un rappresentate delle istituzioni. Tra gli obiettivi c’è certamente quello di spingere l’opinione pubblica a chiedere maggiori garanzie di sicurezza, più poliziotti, persino l’esercito, magari rinunciando ad alcune di quelle prerogative che la democrazia garantisce a tutti. In due parole porre le premesse perché una dittatura “dolce” possa prendere piede.
Il discorso poi si sposta sull’organizzazione delle consultazioni elettorali di primavera. Ma l’attenzione è ancora tutta concentrata su Paolo, evidentemente ancora sofferente. Aggiornamento ai prossimi due giovedì per l’argomento originariamente all’odg, le elezioni di primavera 2020 sul quale argomento va registrato. in avvio di discussione un pregevole intervento di Mino Magrone.
Gianvito Pugliese