Principale Arte, Cultura & Società Musica, Eventi & Spettacoli Le Consonanze per la Festa della Repubblica.

Le Consonanze per la Festa della Repubblica.

Domenica 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica gli Uffici periferici del Mibac (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) oltre a prevedere l’ingresso gratuito ai monumenti, musei, giardini monumentali, scavi archeologici, etc. al Castello Svevo di Bari hanno previsto nella Sala Bona Sforza l’esecuzione di un concerto di musica classica, più precisamente cameristica, o meglio da camera.

Così il pubblico,  che sarà stato anche per la gratuità, ma era comunque abbastanza nutrito, oltre a visitare il Castello Svevo ad un certo punto si è assiepato numeroso per assistere al concerto. Posti a sedere ben presto esauriti, il pubblico in piedi o seduto dove capitava era più numeroso di quelli che avevano trovato posto.

Ne è valsa perà la pena. Ad esibirsi il Quartetto d’Archi “Le consonanze” che ascoltavo, invero per la prima volta. Conoscevo, per averli ascoltati più volte, alcuni componenti, del gruppo ma non il quartetto formato da Carmine Scarpati, I violino, Clelia Sguera, II violino, Matteo Notarangelo, viola, Donatella Milella, violoncello.

In programma due quartetti per archi di W.A.Mozart: il n. 15 in re minore KV 421 e il n. 19 in maggiore KV 465 “Delle dissonanze”.

Sono bastate pochissime battute dall’inizio, che è seguito ad una breve introduzione di Nicola Santoro, ed il quartetto ha raggiunto una fusione, una sonorità d’insieme che non è assolutamente facile ascoltare. Tutti elementi, singolarmente considerati, di prim’ordine, ed in determinati momenti in cui emergeva, come da partitura, l’uno o l’altro strumento, si aveva occasione di cogliere il virtuosismo individuale, ma ripeto  l’aspetto più significativo era rappresentato da quella fusione che a momenti ti faceva ascoltare quasi a suonare fosse un unico strumento. 

Un breve intervallo e, sempre introdotto da Nicola Santoro, arriva il secondo quartetto in programma. Pubblico attento. Sbaglierò, ma mi è parso formato prevalentemente da turisti, principalmente stranieri, che alla fine hanno tributato ai musicisti un meritatissimo successo.

Il bis non è stato chiesto, ma preteso dal pubblico e dalla organizzatrice che se ne è fatta interprete. Ed è stato il momento dell’Inno tedesco di J.Haydn, composto per celebrare il compleanno dell’imperatore, inno conosciuto come la canzone della Germania, o la canzone dei tedeschi.

Un unico appunto, doveroso: ma quei due faretti ad altezza d’uomo puntati come un’arma contro il pubblico a che servivano, oltre che ad infastidire chi se li beccava negli occhi e a rovinare le foto di tutti coloro che non erano in possesso di macchine fotografiche con obiettivi professionali? Anche il service dev’essere professionale ed un professionista una cosa del genere non la farebbe mai. Un neo in una manifestazione altrimenti perfetta.

In conclusione una gran bella Festa della Repubblica. In un mondo urlato, un poco di armonia ed una eccellente escuzione musicale di certo non guastano.

Gianvito Pugliese

 

 

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