Tre cani e una senatrice: la portavoce del M5S al Senato si racconta e ci racconta…
Stimata tra gli animalisti e non solo, stimata tra i palermitani e non solo, la senatrice Loredana Russo è vicepresidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali. Prima che diventasse parlamentare, una carriera nella musica e nell’insegnamento. A Termini Imerese parla con tutti i cani, a noi ha concesso la prima importante intervista della legislatura. Onorevole Russo, ci ha concesso un’intervista diversa da tante e allora, ci dica chi fu il primo animale in famiglia? Ero molto piccola ma non lo dimenticherò mai, un barboncino che chiamammo Trottolino! Attualmente chi c’è nella sua famiglia? I miei figli sono ormai grandi quindi condivido la casa con tre cani! Una senatrice e tre cani, ci dica di loro? Mimì è un barboncino di tredici anni, quindi il cane di famiglia che sa tutto di noi. Si sono aggiunti due trovatelli. Rudy arrivò quasi non vedente ma riuscimmo a curare la Leishmaniosi. Ora questo cagnone riposa tra il salotto e l’aperta campagna. Bullo è un simil Pitbull, con una storia difficile proveniente da una cucciolata abbandonata in un cassonetto durante il freddo improvviso che si abbatté in Sicilia nell’ultimo Natale. Dalla gastroenterite virale è sopravvissuto solo un pastore tedesco e questo buffo Pitbull che per la sua vivacità ho registrato come Bullo. Ci parla di abbandoni di cucciolate indesiderate ma quale proposta per rimediare a ciò? Nessuno ha la bacchetta magica ma la parola “chiave” per risolvere la questione alla radice è sterilizzazione di tutti i cani vaganti. In questi anni, dall’impegno nel comune di Termini Imerese ai contatti con l’Assessorato alla sanità della Regione Sicilia tutte le energie sono indirizzate verso i piani di sterilizzazione. Indubbiamente la buona conoscenza dei rischi per uomo animali e ambiente interroga le coscienze di tutti. Com’è cambiata negli anni la sensibilità della sua terra? Se parliamo del rischio randagismo, questo in Sicilia è una piaga sociale con situazioni addirittura drammatiche. Tuttavia vedo un’accresciuta sensibilità al tema con tanti giovani impegnati in prima linea ance con strutture fatiscenti;a questo impegno non corrispondono altrettanti sforzi delle istituzioni. Come animalista, esiste un metodo “russo” che condivide con le associazioni del nord? Al nord il randagismo, come saprà, non è un problema. Appena eletta desideravo occuparmi di cultura e pubblica istruzione, senza mettere da parte la causa animalista. Quando entrai nell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali comprendevo dai colleghi delle regioni settentrionali che la questione randagismo fosse sotto controllo. Ciò grazie ad una diffusa azione di microcippatura di cani e gatti vaganti. Al Sud i gatti sembrerebbero tutelati solo dalle “gattare” e i piani di sterilizzazione procedono a rilento. Il metodo “istituzionale” invece? Da un anno sono parlamentare oltre che cittadina e il mio impegno va nella direzione di essere un raccordo tra molteplici soggetti realmente interessati. Dal volontariato alle amministrazioni pubbliche, tutti queste energie non vanno smarrite, ma con un lavoro di sinergia delle forze si comincia a sensibilizzare tutti, ancor prima di affrontare i costi che l’approccio al problema randagismo comporta. Passiamo alla formazione dei cittadini di domani; i piccoli nelle scuole apprendono prima dei grandi? Come insegnante il mondo della scuola è stata la mia casa a lungo e indubbiamente non è l’intero corpo docenti ad avere sensibilità verso le tematiche animaliste. Nelle nostre scuole manca un lavoro mirato. Ritengo che accanto al programma di educazione civica ci sia l’educazione ambientale e l’educazione alla conoscenza del mondo animale. Concordo su questa materia di affiancamento all’educazione civica. Quali battaglie oltre a quella contro il randagismo? Sono battagliera e il terreno è fertile perciò mi attivo per diversi soprusi e il superamento degli spettacoli circensi con gli animali. I bambini comprendono da se, i miei non volevano avvicinarsi ai circhi! Come impiegare tuttavia quella grande porzione di lavoratori dello spettacolo circense? In questo inizio di legislatura sto seguendo il Ministro Bonisoli e la questione dovrà essere affrontata subito dopo aver compiuto anche la collocazione di tutti gli animali. Ciò richiede gradualità ma ci sono tutte le premesse poiché luoghi e idee non mancano. Gli animali sono soggetti non oggetti. Dal suo punto di vista dove è meglio che vivano quando il rapporto tra coniugi s’interrompe e i gigli stessi devono dividersi tra i due genitori? Va utilizzato buonsenso senza dubbio, intendendo non sradicare l’animale dall’ambiente in cui hanno vissuto. Che cosa manca nella comunicazione, anche istituzionale, se ogni anno dobbiamo contare migliaia di animali domestici abbandonati nonostante campagne su carta, radio e tv? Gli italiani dovrebbero fin da subito domandarsi perché vogliono vivere con un cane. Se lo si compra perché abbia funzione da guardia e stop sarà più facile essere tentati di abbandonarlo partendo per le ferie. La vera relazione con i pets coinvolge la nostra parte affettiva, altrimenti non è relazione e i quattro zampe ne rimangono delusi se non ammazzati.@giuScarlato