Per le imprese con più di 1.000 dipendenti arriva il contratto di espansione. L’obiettivo è quello di agevolare le nuove assunzioni nei processi di trasformazione delle imprese. Il processo sarà accompagnato dalla possibilità di un prepensionamento anticipato di 5 anni con onere a carico dell’impresa e al quale il lavoratore potrà accedere su base volontaria. Il tutto all’interno di un contratto sottoscritto da ministero del Lavoro, impresa e sindacato con impegni precisi e verificabili. E’ quanto prevede la riformulazione di un emendamento al Dl sviluppo, sul quale – apprende l’AdnKronos – c’è il via libera della Ragioneria e che sarà approvato la prossima settimana. Il costo nel biennio per lo Stato è di 70 milioni. Rispetto alla precedente versione della norma, lo scivolo passa da 7 a 5 anni e si precisa meglio che l’adesione del lavoratore è solo su base volontaria.
La misura ha carattere sperimentale e riguarda gli anni 2019 e 2020. Vi potranno accedere le imprese con più di 1.000 dipendenti che hanno in atto processi di reindustrializzazione e riorganizzazione che comportano, in tutto o in parte, una strutturale modifica dei processi aziendali finalizzati al progresso e allo sviluppo tecnologico dell’attività, nonché la conseguente esigenza di modificare le competenze professionali in organico mediante un loro più razionale impiego e, in ogni caso, prevedendo l’assunzione di nuove professionalità.
Obiettivo: consentire all’azienda di assumere nuovi lavoratori con professionalità specifiche, a fronte di una riduzione dell’orario di lavoro di altre professionalità in organico non più utilizzabili in modo proficuo.
Contratto: è prevista la stipula di un contratto di espansione tra azienda ministero del Lavoro e sindacati più rappresentativi sul piano nazionale e a livello aziendale. Il contratto deve prevedere il numero dei lavoratori da assumere e l’indicazione dei relativi profili professionali compatibili con i piani di reindustrializzazione o riorganizzazione; la programmazione temporale delle assunzioni; l’indicazione della durata a tempo indeterminato dei contratti di lavoro compreso il contratto di apprendistato professionalizzante. Il contratto inoltre deve indicare, relativamente alle professionalità in organico, la riduzione complessiva media dell’orario di lavoro e il numero dei lavoratori interessati, il numero dei lavoratori che possono accedere al prepensionamento.
Prepensionamento: è prevista un’indennità di prepensionamento a carico dell’azienda a cui possono accedere i lavoratori che si trovino a non più di 60 mesi dal conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata, nell’ambito di accordi di non opposizione e previo esplicito consenso in forma scritta dei lavoratori interessati. In pratica, il datore di lavoro riconosce per tutto il periodo e fino al raggiungimento del primo diritto a pensione, a fronte della risoluzione del rapporto di lavoro, un’indennità mensile, ove spettante comprensiva dell’indennità NaSpi, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, così come determinato dall’Inps. L’indennità di cui al periodo precedente è liquidabile anche in unica soluzione.
Riduzione orario lavoro: per i lavoratori che non si trovino nella condizione di beneficiare del prepensionamento è consentita una riduzione oraria che comunque non può essere superiore al 30% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori interessati al contratto di espansione. Per ciascun lavoratore, la percentuale di riduzione complessiva dell’orario di lavoro può essere concordata, ove necessario, fino al 100% nell’arco dell’intero periodo per il quale il contratto di espansione è stipulato. La misura della riduzione dell’orario sarà comunque attuata entro i limiti di una spesa per lo Stato non superiore a 40 milioni di euro per l’anno 2019 e 30 milioni di euro per l’anno 2020.
Sindacato: è previsto l’impegno del sindacato, assieme all’azienda, nell’individuazione delle professionalità a rischio e nel favorire la riduzione oraria dei lavoratori affinché possano essere impiegati nei processi di riqualificazione e formazione con l’obiettivo di conservare l’occupazione.
Cigs: tutto il processo sarà accompagnato dal riconoscimento da parte dello Stato della Cassa integrazione straordinaria per 18 mesi.
DURIGON – Con il contratto si prevede di garantire riqualificazione e nuove assunzioni di professionalità specifiche per circa 15.000 unità. E’ la previsione del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, padre della norma. “Per la prima volta – spiega all’AdnKronos – forniamo alle imprese uno strumento innovativo in grado di accompagnarle nei processi di trasformazione e riorganizzazione. Si tratta di rendere il nostro sistema produttivo più efficiente ed efficace migliorando nel contempo la competitività delle aziende sul mercato”.
“Di fronte ad una realtà produttiva in rapida evoluzione, si consente alle aziende di assumere le professionalità specifiche necessarie e nel contempo ridurre l’orario di lavoro di quelle professionalità già in organico non più utilizzabili in modo proficuo”