C’è chi ci vede una riedizione de il ‘Manifesto per la libertà’ lanciato a Fiuggi nel settembre 2018 in cinque punti, un modo per sancire il cambio di rotta in vista del Consiglio nazionale del 25 giugno, chiamato a eleggere i coordinatori per gestire la transizione fino al Congresso di fine settembre.C’è chi, invece, teme che sia solo una enunciazione di principi e resta molto preoccupato dal futuro prossimo, ovvero l’avanzata dell’asse Lega-Fdi e la nascita di una ‘nuova cosa azzurra’ alleata del Carroccio e guidata da Toti.
“Noi – è la raccomandazione di Berlusconi – abbiamo come missione fondamentale quella di difendere i cittadini dall’oppressione fiscale, dall’oppressione burocratica e dall’oppressione giudiziaria. Noi abbiamo un patrimonio di competenze di serietà, di cultura, di esperienza, di passione civile, di valori, di ideali, di realizzazioni, di programmi, che manca a tutte le altre forze politiche”.Il presidente di Fi lancia un j’accuse contro le altre forze politiche, che in sostanza hanno occupato tutto, dalla Rai alla scuola, dalla magistratura a una parte dei media. ”Gli altri partiti -avverte- sono prevalentemente centri di potere che hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, le scuole, le università, la magistratura, la televisione pubblica, alcuni grandi giornali”.
La ‘chiusa’ è dedicata alla ‘voglia di centro’. Berlusconi parla di centro destra con il trattino e la ‘C’ maiuscola. In maiuscolo anche la definizione di quel che il centrodestra non deve diventare: ”Noi siamo il centro pensante, operativo e insostituibile del Centro-destra, che senza di noi non sarebbe un Centro-destra ma soltanto un Destra-Destra estremista incapace di ottenere la maggioranza e comunque di governare”.
”Noi siamo i testimoni, i continuatori e i garanti della tradizione liberale, democratica, cristiana e garantista della Civiltà Occidentale“, è l’incipit del testo, letto solo in parte dal Cav davanti alle tv al termine della riunione (durata quasi tre ore) dell’organismo direttivo sull’uscio di via del Plebiscito. ”Noi crediamo nella libertà – scrive l’ex premier nel ‘bignami’ consegnato ai presenti – diritto naturale di ogni persona, che viene prima dello Stato, e sulla quale si fonda la società. Non è lo Stato a conferirci i nostri diritti, primo fra tutti il diritto alla libertà, e, quindi, non può diminuirli o revocarli, ma ha il dovere di garantirli e tutelarli in tutte le loro forme: libertà civili, politiche ed economiche”.