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Povera Italia

In quest’estate torrida e politicante inconcludente, il termine”povero” s’addice, perfettamente allo status di questa nostra Repubblica con politica di “facciata” e di poca “sostanza”.  Il significato di quest’aggettivo qualificativo, se applicato alla Penisola, è lapidario: Paese che manca, spesso, del necessario. La stagione”vacanziera”, purtroppo, non è in grado di modificare questa realtà che stride con lo “status” di Paese UE. Dal 1999, in sostanza in quest’ultimo ventennio, la Penisola ha evidenziato il declino di una politica che s’è fatta più d’interessi personali, che nazionali. Non si tratta, a questo punto, di cercare delle responsabilità politiche su quanto è accaduto, e ancora accadrà, nel Bel Paese. Non servirebbe. Il meccanismo di recessione ha superato in punto di “non” ritorno. Negli ultimi dieci anni di Repubblica, avremmo potuto, forse, ritrovare la rotta giusta. Evidentemente, non siamo stati in grado di farlo. Sono gli atti dei politici d’ultima generazione che l’hanno fatto notare. Ora, riconoscerlo non garantirebbe possibili riprese in “autonomia”. La stessa posizione dell’attuale Esecutivo resta da comprendere. Si stanno, infatti, perdendo le mete che l’Alleanza di Centro/Destra aveva garantito per il Paese. Con l’autunno, forse, si tenterà di ritrovare quell’equilibrio, non solo politico, che ora ci manca. I dubbi che nutriamo, però, rimangono. Tanto da terminare queste nostre riflessioni col termine “Povera Italia” che suona ben diverso da quello d’Italia Povera. Giorgio Brignola Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@corrierepl.it

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