“E’ stato popolarissimo, un uomo di straordinaria intelligenza e cultura, l’anti Di Pietro. Anzi, stava a Di Pietro come la Treccani sta a Topolino. Eppure si è fatto sconfiggere proprio da Topolino”. Così il critico d’arte Vittorio Sgarbi commenta con l’Adnkronos la scomparsa di Francesco Saverio Borrelli, uomo “intelligentissimo, coltissimo, grande melomane, che però ha la responsabilità della distruzione della civiltà politica democratica rappresentata dai partiti”, dice Sgarbi, secondo il quale Borrelli, “esaltato dalla voglia di notorietà, anziché dire a Di Pietro e agli altri del pool che guidava: ‘Fermatevi!’, li ha lasciati andare avanti decidendo che la politica andava lasciata nelle mani di Topolino…”.
Sgarbi, che di Borrelli era amico (“lo siamo diventati dopo le polemiche, era un tale monumento di scienza…”), lo paragona a “De Gasperi, Saragat, Nenni” e dice: “E’ come se loro si fossero fatti influenzare da Celentano!!. Borrelli avrebbe potuto avere una funzione di equilibrio e invece si è lasciato trascinare da Di Pietro-Topolino. E così siamo passati da partiti come la Dc, il Psi, il Psdi, il Pli, totalmente distrutti dalla loro opera, a Forza Italia meglio noto come il partito di Berlusconi, alla Lega di Bossi, al Movimento 5 Stelle il cui nome ricorda un albergo e che è il partito di Grillo, o il Partito Democratico, che da ex Partito Comunista, che aveva un significato preciso, ha scelto un nome generico che non significa nulla”.
“Inoltre il sistema che è venuto fuori dalla sconfitta della Treccani ad opera di Topolino è quello che vede eletti deputati e senatori personaggi di Forza Italia o del M5S, grazie alla leadership di Berlusconi o Grillo, i quali invece non sono tra le aule del Parlamento. Insomma, una congiura tra Topolino e Celentano ha generato un figlio di nome Berlusconi e un nipote di nome Grillo…”, conclude Sgarbi.