La notizia: “Con 13 voti favorevoli e 11 contrari, il Comitato nazionale di bioetica (Cnb) apre alla legalizzazione del suicidio medicalmente assistito in Italia, distinto dall’eutanasia, anche se le posizioni al suo interno evidenziano una spaccatura”.
E in che cosa consiste la distinzione tra suicidio assistito ed eutanasia? Vediamo: “L’eutanasia è l’infusione di un farmaco che interrompe, in maniera rapida e indolore, la vita del malato che lo richiede. A compiere il gesto di somministrare la sostanza letale è una persona terza, un sanitario che la infonde endovena a chi ritiene di patire sofferenze eccessive a livello fisico o esistenziale”.
“Il suicidio assistito consiste nell’aiutare un soggetto che chiede di porre fine alla propria vita, ma in cui è lui stesso ad assumere un farmaco letale. Questa possibilità è prevista in Svizzera, dove si è recato Dj Fabo, aiutato da Marco Cappato. Fabiano Antoniani, pur essendo tetraplegico, ha potuto attivare una pompa infusionale schiacciando con i denti un pulsante. In questo caso l’aiuto è consistito nel predisporre il meccanismo che ha permesso di assumere la sostanza. Ma il gesto finale è rimasto suo”.
Se non è zuppa è pan bagnato. Comprare una casa direttamente dal proprietario e comprare una casa tramite un notaio, sono due maniere diverse di comprare una casa, ma nella sostanza è la stessa cosa: si compra una casa. Se Fabiano Antoniani non avesse avuto la possibilità di stringere i denti e qualcuno avesse fatto il gesto finale al posto suo e per suo espresso volere, i modi di procurarsi la morte sarebbero stati diversi, ma nella sostanza sarebbe stata la stessa cosa.
E suicidio assistito ed eutanasia sono la stessa cosa da un punto di vista morale. Una legge giusta, ben fatta, sull’eutanasia rispetterebbe la volontà e la libertà della persona. Una legge giusta, ben fatta, sul suicidio assistito ugualmente rispetterebbe la volontà e la libertà della persona.
Bisogna però considerare che una legge che prevedesse solo il suicidio assistito e non l’eutanasia, penalizzerebbe la persona non in grado di compiere il gesto finale.
Renato Pierri