Dopo l’apertura dell’ex premier Matteo Renzi, si rafforza l’idea di un esecutivo di scopo tra M5s e Pd, sostenuto anche dalla sinistra e dai radicali. L’obiettivo, spiega Renzi, e’ mettere in piedi “un governo ‘No tax’ che eviti l’aumento dell’Iva e metta in sicurezza i conti pubblici italiani”. “Mi sono rivolto a tutti, anche a chi in questi anni mi ha insultato, offeso, diffamato – sottolinea – . Ed e’ comprensibile che alcuni amici siano spiazzati, scettici, dubbiosi. E’ una proposta che mi costa molto dal punto di vista umano ma che e’ la strada giusta dal punto di vista politico”. Ma il segretario del Pd Nicola Zingaretti dice no agli “accordicchi” con i Cinque Stelle.
“Siamo tutti coscienti del pericolo che rappresenta Salvini e del rischio di una deriva plebiscitaria, ma ho dubbi che fare un governo per rimettere a posto i conti che Salvini ha sfasciato e poi andare a votare sia la soluzione più giusta. A mio giudizio questo pericolo crescerebbe”. Lo dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti al Tg1. Quanto alle varie posizioni nel partito, “io credo che bisogna rispettare il confronto e il dibattito, come sta avvenendo, anche perché questa è la garanzia che poi si combatterà uniti”. “Salvini -aggiunge Zingaretti- è scappato dalla manovra economica che ci sarà a settembre-ottobre. Hanno sfasciato i conti, hanno raccontato bugie, ora i conti non tornano e non vogliono assumersi le responsabilità di dirlo agli italiani”. I tempi della crisi “non li decide Matteo Salvini che scappa dal Parlamento, li decide il nostro Presidente”, conclude Zingaretti.
“La scissione nel Pd già c’è. Ormai è un dato di fatto”. Lo ha detto l’europarlamentare del Pd Carlo Calenda intervistato a Circo Massimo su Radio Capital. “Siamo riusciti a far titolare ai giornali ‘crisi del Pd’ invece di ‘crisi di governo’. Il tutto grazie a una proposta surreale” ha aggiunto riferendosi all’idea di Matteo Renzi di un governo istituzionale per portare i conti italiani in salvo. “Dovremmo votare con M5S un governo istituzionale che dura sei mesi per poi dare a Salvini il 60% e terremotare il Pd… non ne capisco la logica. Lo capisco dal punto di vista di @matteorenzi che ha bisogno di più tempo per fare il suo partito” ha aggiunto con un tweet. Secondo Calenda il segretario del Pd Nicola Zingaretti dovrebbe avere “il coraggio di organizzare un fronte unitario. Se non lo farà, il Pd scenderà al 15% e poi ci sarà una sinistra frammentata”. Calenda incassa il plauso di Massimo Cacciari che sempre su Twitter osserva: “In questa situazione un’ipotesi di accordo fra Pd e M5S sarebbe dare via libera a Salvini. Sarebbe una sciagura, una iattura. Come l’accordo D’Alema-Cossiga di vent’anni fa”.