Sul telo di lino, che la tradizione fa coincidere con il lenzuolo con cui fu avvolto il corpo di Cristo, sono state trovate tracce di monete bizantine. Per la ricerca si apre un nuovo scenario, la Sindone a quale epoca risale?
È di oggi la notizia, le ricerche sulla Sindone condotte da parte di alcuni ricercatori statunitensi e italiani hanno rinvenuto la presenza di tracce di vari metalli, che farebbero pensare a delle monete risalenti all’epoca bizantina. È probabile che i pellegrini che si recavano a venerare il resto sacro strofinassero sul lenzuolo le monete auree con il volto di Cristo, forse era un rituale per garantirsi la reliquia per contatto. Gli esami sulla Sindone portate avanti da Giulio Fanti e Claudio Furlan hanno individuato una particolare e antica lega formata da oro, argento e tracce di rame. Questi nuovi studi sul lenzuolo mettono in discussione la data a cui, fino ad oggi, si è fatta risalire la Sindone. Nel 1998 è stato analizzato un campione del tessuto con il metodo del radiocarbonio, detto anche C14, l’analisi ha fornito una data compresa tra il 1260 e il 1390 d.C. L’uso di tale metodo e la datazione che ne è derivata sono stati subito oggetto di discussione da parte di alcuni scienziati, dibattito che ancora oggi è aperto. Secondo gli esperti l’utilizzo del procedimento con il C14 non avrebbe tenuto in considerazione la presenza di monossido di carbonio che si è sprigionato in seguito all’incendio verificatosi nel 1532 a Chambery, nella cappella del castello, dove la reliquia era custodita all’interno di un bauletto di argento.
La Sindone continua a far parlare di sé, ricordiamo che la Sacra Sindone è un lenzuolo di lino tessuto a spina di pesce delle dimensioni di m. 4,41x 1,13, contenente la doppia immagine accostata per il capo del cadavere di un uomo, morto in seguito ad una serie di torture culminate con la crocefissione. Secondo la tradizione si tratta del lenzuolo che, secondo quanto scritto nei vangeli, fu utilizzato per la sepoltura di Gesù. Com’è arrivata la Sindone in Italia? Geoffroy de Charny la cedette ai Savoia nel 1453, i reali la custodirono fino al 1983, anno in cui, mediante lascito testamentario la Santa Sede ne divenne la legittima proprietaria fino ai giorni nostri.
F.Moretti