La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani. Kofi Annan
Non c’è giorno, ormai, in cui non si legge nella cronaca nera di ogni giornale un caso di violenza sulle donne. È di questa mattina, infatti, la notizia di una donna pesarese, di 47 anni, costretta a fuggire da casa con i suoi figlioletti, dopo aver ricevuto un pugno in pieno viso dal marito geloso. La donna ha riportato la frattura del setto nasale, guaribile in un mese. Nei confronti del marito è stato emesso un provvedimento di allontanamento dalla famiglia, che comunque era già in corso per aver aggredito la moglie circa due mesi fa.
I dati ISTAT fanno paura, circa 7 milioni di donne italiane, in una fascia di età compresa tra i 16 e i 70 anni, almeno una volta nella vita, sono state vittime di una forma di violenza, sia essa fisica, sessuale, stupro e tentato stupro. La realtà più sconvolgente e che lascia attoniti è che queste donne subiscono violenza o perdono la vita per mano di chi afferma di amarle. Oltre 50 le vittime di femminicidio in questo 2019. Un numero ancora troppo alto per la società italiana, che ha numerose leggi, ultima la legge 69/2019, il cosiddetto Codice Rosso, che ha ridotto le tempistiche di attesa per le vittime di essere ascoltate dopo aver subito un abuso e sporto denuncia. Quello che si chiede perché ritenute estremamente necessarie e urgenti sono pene certe e più severe nei confronti di chi si macchia di tali abominevoli reati. Penso che debba essere resa obbligatoria la valutazione psichiatrica per gli individui che commettono violenza, stalking e maltrattamenti in senso ampio del termine all’interno del nucleo familiare. Gli aggressori, nella maggior parte dei casi, affermano di non avere alcun problema, anzi, sono convinti che è un loro diritto esercitare il pieno controllo sulla vita della propria donna, dunque, è lecito fare quello che fanno, le loro partner sono una proprietà. Nel 2019, non si possono più accettare le giustificazioni di questi maltrattatori, giustificano il loro agito violento con il movente passionale, come reazione a un torto subito dalla vittima, o perché il padre lo ha fatto prima di lui, ricorreva alle maniere forti con moglie e figli per esercitare il potere di padre-padrone. Basta, non se ne può più di queste scuse, ma come si può accettare uno che dice di amare una donna e poi la violenta, o la uccide, per nessuna ragione al mondo si può giustificare la legge del taglione, tu, donna, mi hai tradito? Adesso ti picchio a sangue. E magari non c’è stato nessun tradimento da parte della partner ma il problema è la gelosia malata del compagno. È necessario prevenire, preveniamo a scuola, sin dalle primarie, insegniamo l’importanza di rispettare l’altro, impariamo a rinunciare all’idea che colei o colui che amiamo è una nostra proprietà, nulla ci appartiene, meno ancora la vita altrui. Il regime della schiavitù è finito, si è capito che schiavizzare è antidiluviano e immorale. E soprattutto ricordiamo che “La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani.”
F.Moretti