di F. Moretti
L’incendio fu appiccato nella notte del 13 aprile del 2015. Bruciarono Carla e Maria Agrati. Arrestato il fratello Giuseppe con l’accusa di duplice omicidio volontario aggravato. Per gli inquirenti il movente sarebbe legato a questioni economiche e di ripartizione di eredità
A distanza di quattro anni il cold case di Cerro Maggiore dovrebbe ritenersi risolto. I carabinieri hanno prelevato, ieri, dalla sua abitazione, Giuseppe Agrati, di 68 anni, accusato di duplice omicidio volontario. In base alle ultime ricostruzioni l’uomo avrebbe appiccato l’incendio nella palazzina di famiglia uccidendo le due sorelle, Carla e Maria Agrati, di 68 e 70 anni. L’incendio ha colto di sorpresa nel sonno le due donne, le quali nel giro di pochi minuti sono state avvolte da una densa nube di fumo che ha creato un’aria irrespirabile provocandone la morte per asfissia.
All’epoca dei fatti Giuseppe dichiarò ai carabinieri di aver svegliato le sorelle ma di non essere riuscito a metterle in salvo. Inizialmente si ipotizzò un corto circuito come causa dell’incendio, le fiamme erano divampate dal piano terra della palazzina di via Roma, di proprietà degli Agrati, dove erano collocati la centralina elettrica e il gas. I rilievi dei vigili del fuoco, però, accertarono la natura dolosa dell’incendio e l’attenzione delle forze dell’ordine si concentrò su Giuseppe, ma l’arresto è arrivato a distanza di quattro anni, dopo che sono state portate a termine ulteriori indagini.
La Procura di Busto Arsizio, in provincia di Varese, aveva chiesto l’archiviazione del caso nel gennaio del 2019, su istanza di opposizione da parte di un parente il fascicolo viene avocato dalla Procura di Milano che avvia una nuova inchiesta. I nuovi riscontri hanno confermato il coinvolgimento di Giuseppe nella drammatica vicenda, il suo gesto è scaturito dal movente classico, dispute per questioni economiche e di eredità. Giuseppe Agrati è stato arrestato con l’accusa di duplice omicidio volontario aggravato, l’uomo non solo non avrebbe svegliato le sorelle, come invece aveva dichiarato ai carabinieri, ma avrebbe anche ritardato la chiamata dei soccorsi.
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