di F. Moretti
Rimini, un uomo espone volontariamente al virus dell’HIV tre donne, una risulta positiva al test
La violenza sulle donne si manifesta, ogni giorno, sotto molteplici forme e con tale cattiveria che la pena inflitta al carnefice sembra veramente minima rispetto al reato da lui commesso. È il caso del 39enne, di origini brasiliane, che è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rimini, Manuel Bianchi. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di lesioni gravi nei confronti delle donne che ha esposto volontariamente al virus dell’HIV intrattenendo con loro rapporti sessuali non protetti. Nello scorso agosto è la convivente dell’arrestato che fa scattare le indagini segnalando ai carabinieri lo stato di salute del 39enne. L’uomo avrebbe intrattenuto delle relazioni di tipo sessuale con alcune donne conosciute in Internet esponendole consapevolmente al virus dell’HIV e contagiando una di esse, risultata positiva al test. Le donne ignare dello stato di salute dell’uomo hanno vissuto un incubo nell’apprendere la notizia. Le indagini condotte dai carabinieri di Rimini sono coordinate dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, i militari hanno sequestrato il computer del 39enne allo scopo di risalire, attraverso l’analisi di mail e chat, ad altre eventuali donne con le quali l’uomo avrebbe potuto instaurare delle relazioni sentimentali.
Sicuramente sono necessarie pene più certe e severe anche per questo tipo di reati, arresti domiciliari per lesioni gravi, ma quest’uomo ha intenzionalmente esposto le donne con le quali intratteneva rapporti affettivi e sessuali a un virus potenzialmente letale, aggravato dal fatto che seguiva la terapia farmacologia in modo discontinuo, praticamente a suo piacimento la sospendeva e riprendeva. Da un paio di anni aveva interrotto l’assunzione di farmaci, per poi riprenderli ogni tanto, fino a interrompere la cura del tutto. Ovviamente quest’uomo era ben consapevole che questo suo rifiuto di seguire costantemente la terapia farmacologica avrebbe esposto le sue partner a un possibile rischio di contagio, oltre a tacere la sua positività. E qual è l’accusa? Lesioni gravi. E la pena? Arresti domiciliari.
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