Riporto quì di seguito, tal quale, il comunicato dei pentastellati regionali pugliesi che non si limita a chiedere la testa del Capo di Gabinetto del Governatore Emiliano, ma, contestualmente chiede quella del Governatore stesso: “Emiliano rispetti il lavoro della magistratura. Non spetta a lui assolvere qualcuno prima della chiusura delle indagini e poi cercare di correggere il tiro ‘concedendo’ alla magistratura il diritto d’indagare. Piuttosto ci saremmo aspettati che chiedesse le dimissioni del capo di Gabinetto Stefanazzi, come fatto in passato per i suoi assessori, anche se non indagati. Ma neanche questo può più fare, dal momento che essendo lui stesso coinvolto in tre inchieste, dovrebbe essere il primo a staccarsi dalla poltrona. Lui e Stefanazzi devono dimettersi. Ormai è chiaro che gli stia sfuggendo la situazione di mano: il consigliere Cera ai domiciliari con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità, l’assessore Ruggeri indagato per corruzione nell’inchiesta sulla nomina del commissario dell’ASP di Chieuti e l’ex assessore Caracciolo su cui ieri abbiamo letto la notizia della chiusura delle indagini con le accuse di corruzione e turbativa d’asta. Decisamente troppo per chi fa della legalità la sua bandiera. È necessario che Emiliano venga in Consiglio a riferire su quanto sta succedendo, senza dare vita alle scenate a cui ci ha abituati. In ogni caso, a prescindere da quanto oggi leggiamo sui giornali a proposito dell’indagine, emerge chiaramente un problema nella gestione della Formazione in Puglia. Una situazione che più volte abbiamo sollevato, ma su cui si è preferito far finta di niente. Da anni chiediamo di attivare il monitoraggio per verificare la qualità e l’efficienza degli interventi formativi erogati dagli enti di formazione accreditati. Questo sia per garantire la corretta partecipazione ai bandi regionali che il miglior servizio ai cittadini. Abbiamo chiesto più volte anche l’introduzione della figura del valutatore indipendente a cui spetterebbero i compiti di verificare la qualità delle politiche della formazione e di elaborare una relazione annuale da presentare in Consiglio, in modo da poter valutare e superare eventuali criticità. Gli enti di formazione hanno un ruolo fondamentale, per questo chiediamo la garanzia che i servizi erogati vengano monitorati e valutati in base alla loro efficacia. Ovviamente niente è stato fatto: come per le nomine si aspettano le inchieste prima di provare a cambiare le cose. Ci chiediamo ma Emiliano con tutti questi componenti della propria maggioranza indagati e sottoposti a misure cautelari, riesce a dormire serenamente o qualche senso di colpa, per le scelte fatte, glielo impedisce?”
Certo, se penso che ancora fino a pochi giorni or sono Michele Emiliano pensava di poter annoverare fra i suoi alleati i 5 Stelle, c’è da rimanere basiti. In politica tutto è possibile e non si deve mai escludere nulla: dunque, bisognerà vedere i numeri che usciranno dalle urne pugliesi, e solo dopo potranno farsi ipotesi sulle alleanze necessarie a dare un governo alla regione. La Puglia stando ai sondaggi è la regione di maggior tenuta del movimento che si ispira a Beppe Grillo ed i pentastellati sembrano voler mantenere quei voti stretti fra unghie e denti, non risparmiando al governo regionale critiche ed attacchi durissimi, come questo,
Intanto Emiliano va avanti, apparentemente indifferente alle indagini nei suoi confronti ed agli arresti di personaggi a lui vicini o riconducibili, e si prepara alle primarie di gennaio in cui verrà sfidato da Elena Gentile, Fabiano Amati e Leonardo Palmisano. Francamente un poco tardi perchè poi in tre mesi, giorno più giorno meno, è difficile sanare le spaccature tra candidati che la campagna per le primarie comporta, e a destra resta il mistero del candidato: spetterebbe al partito della Meloni, ma nè Forza Italia, nè la Lega sembrano disposti a rinunciare al proprio candidato. Comincia a circolare il nome di Fitto: sarà quello giusto?
Gianvito Pugliese – capo redattore centrale – gianvitopugliese@gmail.com