![davide carlucci](https://www.corrierepl.it/newspl/wp-content/uploads/2019/10/davide-carlucci.jpg)
Ieri mattina una delegazione in rappresentanza di 51 sindaci e amministratori del Sud ha incontrato il ministro degli affari regionali Francesco Boccia a Roma per esprimere la “preoccupazione” dei Comuni meridionali in merito alle ipotesi circolanti in materia di autonomia differenziata.
Quanto ci spetta? Acquaviva delle Fonti, in un ricorso presentato al presidente della Repubblica e calendarizzato al Tar Lazio ad aprile, quantifica in 1,2 milioni di euro, solo per il 2018, il gettito non corrisposto dovuto alla mancata attuazione del federalismo fiscale. Ad Altamura hanno dato 5 milioni in meno, a Bitonto 3. Moltiplichiamo queste cifre per tutti i Comuni del Sud e il risultato sarà che al Meridione sono stati sottratti circa 2 miliardi di euro all’anno. Rivendichiamoli. Ribaltiamo i termini della contrattazione con lo Stato centrale: non siamo noi che dobbiamo cedere qualcosa alle regioni più ricche, è il contrario. Siamo noi che non abbiamo i fondi per gestire gli asili e i servizi sociali, per rendere attrattive le nostre zone industriali, per aggiustare le strade, per aprire i teatri e riempire di contenuti i nostri contenitori culturali…
Io faccio parte di Italia in Comune ma ho deciso di lanciare questa battaglia insieme al Movimento 24 Agosto per l’equità territoriale perché deve essere una battaglia di tutte le forze politiche del Sud. E solo dopo aver tracciato un bilancio degli effetti complessivi del federalismo fiscale – che probabilmente ha aumentato il divario Nord Sud ma deve essere una commissione parlamentare a stabilirlo – dobbiamo stabilire quali sono i livelli essenziali delle prestazioni, ovvero qual è il numero minimo di posti pubblici in asilo, qual è il livello minimo di decenza che una rete ferroviaria deve avere, quali sono insomma i diritti essenziali da garantire per legge ai cittadini in qualsiasi paese d’Italia essi si trovino.
E se la tesi di quelli che vogliono la “secessione dei ricchi” è che noi, qui nel Sud, non siamo capaci di amministrare le risorse pubbliche (anche se decine di inchieste giudiziarie dicono che la corruzione prospera proprio al Nord), allora lanciamo la sfida: anziché progettare l’Autonomia differenziata delle Regioni, calibriamola sui Comuni. Ovvero: premiamo i Municipi più virtuosi, quelli che si danno obiettivi seri di risparmio energetico e di tutela dell’ambiente, e diamo loro un tesoretto fiscale da distribuire ai cittadini. Così, magari, i cittadini dei paesini campani e calabresi che figurano già nella top ten dei Comuni ricicloni di Legambiente insieme a quelli trentini e veneti, potranno finalmente vedere premiati i loro sforzi. Perché sono stati capaci, perché si sono impegnati, perché hanno investito nel cambiamento del loro stile di vita. E non soltanto perché hanno avuto la fortuna di non nascere nella parte più povera della Nazione.