Principale Attualità A che punto è l’inchiesta sulla Fondazione Open

A che punto è l’inchiesta sulla Fondazione Open

Il tribunale del Riesame rigetta il ricorso dei legali dell’imprenditore Marco Carrai. I giudici si sono presi 45 giorni per depositare le motivazioni

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Foto: Armando Dadi / AGF 
 Marco Carrai

Il Tribunale del Riesame di Firenze, che ha rigettato il ricorso dei legali dell’imprenditore Marco Carrai, indagato per finanziamento illecito ai partiti, nell’ambito dell’inchiesta sulla fondazione Open, è il secondo successo che la procura di Firenze incassa. Anche se i ricorrenti, indagati e non, hanno un’ulteriore opzione davanti a sè la Cassazione. Questo non potrà avvenire comunque prima del deposito delle motivazioni del Riesame.

I giudici si sono presi 45 giorni di tempo. C’è dunque un nuovo ‘timbro’ sulla legittimità delle perquisizioni e dei sequestri ai finanziatori della fondazione renziana che per la procura è stata una “articolazione di partito”. Contro questa interpretazione, i legali di Carrai avevano presentato anche pareri illustri, come quello dell’ex ministro ed ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick.

Il Riesame si era già pronunciato dopo la prima perquisizione, fatta a settembre, all’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente di Open. In quella occasione, la guardia di finanza, guidata dai pm Luca Turco e Antonino Nastasi, sequestrò tutta la documentazione relativa ad Open e pure la ‘famosa’ lista dei finanziatori, mai interamente pubblicata sul sito della fondazione.

Il provvedimento venne impugnato dalla difesa Bianchi, ma i giudici approvarono la legittimità della procura. Dando di fatto il via alla seconda mandata di perquisizioni e sequestri del mese scorso. Quanto alle difese gli avvocati di Carrai, Massimo Dinoia e Filippo Cei, contestavano la perquisizione all’imprenditore ed il sequestro di alcuni supporti informatici, sui quali oggi è in corso una consulenza.

Analoga decisione del riesame è stata pronunciata anche nei confronti di finanziatori di Open non indagati che avevano comunque subito perquisizioni e sequestri di dispositivi. Tra questi la famiglia Aleotti e il manager del Fondo Algebris David Serra. Altri finanziatori di Open non indagati avevano rinunciato al Riesame. Rinuncia anche per l’altro indagato, l’avvocato ed ex presidente di Open Alberto Bianchi.

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