Principale Arte, Cultura & Società Scienza & Tecnologia In Brasile il giaguaro ‘pescatore’, cambia abitudini e caccia i pesci

In Brasile il giaguaro ‘pescatore’, cambia abitudini e caccia i pesci

A fare l’insolita scoperta nella riserva di Maracá-Jipioca è il Wwf che ha raccontato la sorprendente capacità di adattamento dell’animale al cambiamento del suo habitat. E forse questo è il segreto della sua diffusione

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STEPHAN BONNEAU / BIOSPHOTO

Giaguaro emota isola brasiliana ha imparato a cacciare pesce in mare per alimentarsi. A fare l’insolita scoperta nella riserva di Maracá-Jipioca, al largo della costa amazzonica, è l’associazione ambientalista Wwf, dando prova della sorprendente capacità di adattamento del felide al cambiamento del suo habitat.

Più di 30 mila fotografie scattate durante otto mesi dai collari Gps collocati su tre esemplari di giaguaro oltre a una settantina di telecamere collocate in più punti della giungla incontaminata hanno documentato in modo spettacolare le loro battute di caccia, rivelandone tutti i segreti.

Per i ricercatori del Wwf, la riserva di Maracá-Jipioca, circa 4,8 km al largo dello Stato settentrionale di Amapà, è da considerare un vero e proprio santuario per questa specie inafferrabile di giaguari che saltano in acqua per catturare le loro prede. Altri felidi nelle zone umide del Pantanal brasiliano pescano ma, a differenza di quelli di Maracá-Jipioca, non si immergono in acqua e mangiano quantità di pesce molto più ridotte.

Le immagini raccolte hanno evidenziato due tecniche diverse attuate dai giaguari: in alcuni casi aspettano che i pesci saltino fuori dal mare per catturarli al volo negli stagni formati all’interno delle mangrovie, mentre in altri si buttano direttamente in acqua in cerca di cibo. In tutto sull’isola sono stati censiti 27 giaguari, con in alcuni punti una presenza di cinque a sei esemplari ogni 100 chilometri quadrati, mentre in altre aree del mondo la densità media varia tra due e cinque felidi.

E per gli ambientalisti del Wwf la loro alimentazione prevalentemente a base di pesce – anche se quando capita cacciano scimmie, buffale o altri mammiferi – potrebbe spiegare l’espansione della specie, così fiorente. Alla ricerca hanno collaborato il Fondo per la conservazione dei giaguari, l’Istituto Chico Mendes per la conservazione della biodiversità e l’esperto di conservazione della specie Lailson Ferreira.

La remota isola brasiliana di Maracá-Jipioca, un’area di 600 chiometri quadrati, è popolata da soli animali che vivono in mezzo a foreste tropicali, praterie allagate, piane fangose e dense mangrovie costiere. È anche un punto di transito di uccelli migratori, tra cui fenicottero americano, falco pescatore e cuculo. I pescatori hanno, inoltre, riferito di aver visto giaguari ma anche buffale, cervi e tapiri nuotare tra l’isola e la terra ferma.

Gode della protezione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Uicn), prossima ad inserire i giaguari nella lista rossa delle specie minacciate, in declino costante a causa della deforestazione e del bracconaggio, particolarmente ricercati per la loro pelle e alcuni parti del corpo.

Gli ambientalisti avvertono che l’Amazzonia è la rimasta la più importante roccaforte al mondo per i giaguari, ma nei devastanti incendi dei mesi scorsi e’ andato distrutto l’habitat di almeno 500 esemplari. Più grossi predatori dell’America del Sud, i giaguari sono considerati una cartina di tornasole della salute delle foreste.

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