Principale Politica “PD e M5S sono totalmente incompatibili”

“PD e M5S sono totalmente incompatibili”

Continuando a confrontarci con simpatizzanti di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, abbiamo chiesto stavolta ad Antonio Laricchia, già elettore 5 Stelle, se vedesse possibile un’intesa stabile tra PD e 5S, a livello nazionale, regionale e locale oppure se, al contrario, tendesse ad escluderla. La risposta, abbastanza netta e categorica, è stata: «Decisamente no, perché credo che siano incompatibili!». Quando gli abbiamo chiesto su cosa fondasse questo giudizio così tranciante, ha elencato vari motivi, che proviamo ad analizzare di seguito. «Dico questo e ne sono convinto per troppe ragioni.
La prima è che il PD è troppo “indebitato” con il sistema
» facendo, probabilmente, riferimento alla circostanza che il PD ha espresso diverse nomine nei ruoli apicali di alcuni enti o che gode del consenso di buona parte della, cosiddetta, stampa riformista. «È poi evidente che nel Partito Democratico sia molto presente l’influenza del clero che obbliga a prendere specifiche posizioni (su alcuni temi delicati, n.d.r.)».  «Infine, sono fortemente convinto che quello di Zingaretti non sia un partito, del resto non esistono più da nessuna parte, ma una formazione in cui sono confluiti tutti coloro i quali, non volendo o potendo scegliere di appartenere a formazioni di destra, dovevano agganciarsi a qualcosa per continuare a fare i loro interessi. Insomma, né più né meno di quello che accadde in Forza Italia anni fa». Un quadro a tinte fosche quello tracciato fin qui da Laricchia che rincara la dose e ne ha anche per il movimento guidato da Di Maio, dal quale si dice, attualmente, deluso. «Sebbene i 5s siano gravemente compromessi, non potranno tenere a lungo il rapporto col PD, per non perdere gli ultimi elettori rimasti. Oltretutto ora sono intervenute, sulla scena politica, le sardine: con questi e altri movimenti perderanno ancora più popolarità e voti e poi Salvini vincerà su tutti i fronti». Tale convinzione del simpatizzante molese 5 Stelle si basa su un’articolazione, abbastanza elementare e sintetica, ma certamente efficace, del pensiero per il quale il leader leghista non abbia una grossa elaborazione politica a sostenerlo, ma gli sia sufficiente promettere e promettere, perché, tanto «gli italiani si “comprano” con niente e quindi non ci sarà trippa per nessuno». «Vedrai anche a Mola quanti voti prenderanno gli ex storici (del Movimento 5 Stelle, n.d.r.) se dovessero fare la lista…» Anche la conclusione non disegna un quadro positivo, ma, anzi, sparge ancora più pessimismo. «In sintesi: non c’è futuro per i prossimi anni per un’alleanza tra questi partiti. Potrà essere forse possibile solo un’intesa di minoranza; e per fare opposizione magari sembrerà che siano d’intesa (ma a che servirà se dovesse esserci Salvini al governo? N.d.r.)». A ben guardare sono ben poche le possibilità che il signor Antonio Laricchia accorda alla possibilità di un’alleanza futura e duratura tra PD e 5 Stelle. E, anzi, lascia chiaramente intendere che, in caso di saldatura col partito guidato da Nicola Zingaretti, sarebbe pronto anche a non riconfermare il proprio voto al Movimento guidato da Di Maio e Casaleggio. A breve esauriremo la trattazione dei confronti avvenuti con figure molesi legate all’uno o all’altro partito e passeremo ad un livello successivo di trattazione del tema.

Vito Longo

Gianvito Pugliese

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