di F. Moretti
Un esordio letterario con il botto per Sarah Flint, ex poliziotta, di origini britanniche, e autrice del bestseller “Amore di mamma”. Un thriller poliziesco pubblicato da Newton Compton nella collana narrativa Newton.
Agghiacciante la scena che apre il romanzo, una madre e suo figlio sepolti vivi. La donna fa la macabra scoperta che il piccolo giace esanime accanto a lei. A indagare sulla scomparsa di una donna e del figlio minore è la detective Charlotte Stafford. A denunciarne la sparizione il marito Keit Hubbard; la moglie, Julie Hubbard, quarantadue anni, è sparita con il figlio Richard, di quattordici anni. Ryan, il figlio maggiore è rimasto a casa con il padre. Quando la detective Stafford esamina la denuncia nota che nella famiglia Hubbard vi è una storia pregressa di violenze domestiche. Julie è finita più volte in ospedale a causa delle percosse inflitte dal marito, ad allertare la polizia è sempre stato Richard. Keit Hubbard, ogni volta, è riuscito a farla franca, la moglie era talmente terrorizzata da quell’uomo irascibile e incline alla violenza che non ha mai sporto denuncia contro di lui. Sulle prime, la pista dei maltrattamenti e degli abusi perpetrati tra le mura domestiche sembra essere la più plausibile, e le indagini prendono questa piega, fino a quando iniziano a scomparire altre donne insieme a uno solo dei loro figli. La detective Stafford si rende conto che non è più una mera coincidenza ma deve trattarsi di un assassino seriale. L’intelligenza e l’acume investigativo di Charlotte vengono messi a dura prova. Qual è il motivo che spinge il killer ad accanirsi verso uno solo dei figli delle sue vittime lasciando sopravvivere le madri a struggersi nel più penoso dolore di essere sopravvissute alla propria progenie? Entrare nella mente perversa e crudele dell’assassino non sarà semplice, riuscirà la detective Stafford a non cadere nella tela del sadico criminale?
Sarah Flint ha fatto centro al primo colpo con il suo romanzo tanto che in molti l’hanno accostata a un’altra e altrettanto famosa scrittrice britannica, Angela Marsons. Personalmente ritengo che le due autrici abbiano stili narrativi differenti, le protagoniste dei loro libri, Charlotte Stafford nata dalla penna della Flint e Kim Stone plasmata dalla vena creativa della Marsons siano originali ognuna a suo modo.
Il thriller di Sarah Flint colpisce ancor prima di iniziarne la lettura per alcuni elementi che caratterizzano la copertina, l’immagine di un bambino con indosso l’impermeabile giallo e in mano il palloncino rosso rievocano alla memoria la copertina di un altro celebre romanzo, di genere horror, “It” di Stephen King. E che dire della frase inquietante: “Lui ti sta guardando. Lui ti sta aspettando. Chi sarà il prossimo?”. Una palese minaccia aleggia su tutta la storia.
Un romanzo dai toni forti e crudi, la Flint si è dimostrata abile conoscitrice dell’intreccio creato, gergo poliziesco, indagini e interrogatori abilmente costruiti fanno emergere la parte poliziotta che è nella scrittrice.
I personaggi sono stati pensati delineandone i tratti caratterizzanti l’aspetto e la personalità, profilati magistralmente dal punto di vista psicologico, e non poteva essere diversamente, Sarah Flint per ben 35 anni della sua vita si è occupata di crimini violenti. A distinguere questo thriller non è solo la suspense e il finale inaspettato ma anche e soprattutto i delicati temi affrontati dalla scrittrice, le violenze domestiche, i soprusi e maltrattamenti a carico di donne e bambini, il terrore psicologico delle vittime che le rende incapaci di denunciare i propri aguzzini, il sistema che nonostante i suoi sforzi non riesce ad arginare il male e offrire un’adeguata protezione.
Non solo romanzo ad alta tensione ma thriller di denuncia contro ogni forma di violenza.