Il processo per stupro e violenze sessuali contro il produttore cinematografico Harvey Weinstein è iniziato alla Corte Suprema di New York. Il processo dovrebbe durare circa 1 mese e mezzo, sono chiamate a testimoniare due vittimi e una donna che lo aveva accusato nel 1993 di violenza. Rischia l’ergastolo.
L’uomo è libero su cauzione dopo che era stato arrestato nel 2018. Il caso Weinstein è stato un fenomeno mediatico, coinvolgendo tutto lo star system hollywoodiano e innescando la nascita del movimento #MeToo. Molte sono le donne che lo hanno denunciato, oltre 80, tra le quali molti volti noti come Angelina Jolie, Asia Argento e Rosanna Arquette. Nel dicembre scorso il produttore e Miramax, la sua società di produzione cinematografica hanno patteggiato con circa 30 donne per 25 milioni di dollari nelle cause civili che lo riguardano, mentre altre 7 hanno rifiutato.
Dalla procura di Los Angeles hanno incriminato Weinstein con l’accusa di stupro in merito ad una presunta violenza sessuale nei confronti di due donne nel febbraio 2013. Il procuratore distrettuale di LA, Jackie Lacey ha detto: “Crediamo che le prove dimostreranno che l’indagato ha usato il suo potere e la sua influenza per avvicinare le vittime e per usare violenza contro di loro. Rivolgo un elogio alle vittime che coraggiosamente sono venute allo scoperto e hanno raccontato quel che è accaduto”.
La linea dei legali dell’ex produttore cinematografico è che i rapporti sessuali erano consensuali, non trattandosi così di stupro: sono infatti stati diffusi dai suoi legali messaggi dai toni affettuosi tra Weinstein e una vittima della presunta violenza.
Il “processo del secolo” come è stato definito da numerosi giornali sembra destinato a far luce su numerosi particolari che potrebbero condannare Weinstein all’ergastolo, una pena accessoria a quella che ha sta già scontando: un uomo solo, abbandonato da tutti anche dalla moglie, pieno di debiti e debilitato dai problemi di salute.
Di Sara Carullo