Natale Mazzuca, presidente degli industriali calabresi
“La Calabria sta cambiando, c’è un sistema produttivo con tante eccellenze, che chiede più ricerca e innovazione, ci sono tre Università che formano i nostri giovani e un giacimento di capitale umano straordinario. Ripartiamo da qui e dalla nostra gente che deve essere ascoltata: per questo, noi industriali, rappresentanti del mondo produttivo, abbiamo voluto mettere a disposizione dei candidati alla guida della Regione una serie di proposte per fare uscire questo territorio dal ‘pantano’, perché la Calabria è Italia e se non riparte la Calabria non riparte il Mezzogiorno, e se non riparte il Mezzogiorno non riparte l’Italia”. Natale Mazzuca, presidente di Unindustria Calabria, le priorità che il prossimo governatore dovrà affrontare.
Priorità che gli industriali calabresi hanno messo nero su bianco in un documento di 28 pagine e un titolo che guarda non solo al presente, ma anche a un futuro di medio-lungo periodo: ‘Calabria 2030, Competitiva, Aperta, Inclusiva – Visione, strategie e azioni. Le proposte del sistema produttivo calabrese’.
Il documento è stato appena presentato ai quattro candidati in corsa per la carica a presidente della Regione Calabria, Carlo Tansi, Pippo Callipo, Francesco Aiello e Jole Santelli, per “una regione più sviluppata e prospera, con un alto tenore di qualità della vita, aperta al cambiamento, con più occupazione e integrazione di tutte le sue componenti sociali in un ambiente sostenibile e sicuro”, come recitano le prime pagine.
“Abbiamo ricordato -spiega Mazzuca- che nel 1972 l’illustre studioso Pasquale Saraceno, in una relazione sul Sud Italia, disse che il divario con il resto d’Italia si sarebbe presumibilmente colmato nel 2020. Purtroppo, nel 2020 ci siamo e non solo il divario non si è colmato, ma siamo in una condizione di sottosviluppo ancora più acuta”.
“Per questo, nel nostro documento abbiamo voluto aggredire da una parte le emergenze immediate, dall’altra prevedere una serie di interventi che possano essere le basi di una crescita strutturale della regione”. Perché, ci tiene a sottolineare Mazzuca, “qui un sistema imprenditoriale c’è, ci sono anche eccellenze attorno a cui costruire un volano di occupazione e crescita”. “Dobbiamo fertilizzare questo terreno, facendo aumentare le imprese in dimensione, facendole diventare più innovative e più capaci di conquistare mercati internazionali”, spiega.
“Per consentire alla Calabria di essere competitiva, attrattiva e inclusiva -è scritto nel documento- occorrono nuovi strumenti, nuove competenze e nuove aggregazioni. Occorre mettere in campo tutte le forze private e pubbliche per raggiungere un maggiore livello di prosperità della regione che si traduca in maggiori posti di lavoro di alta qualità con conseguenti standard di vita e di benessere crescenti”. Per gli industriali, “il primo atto del nuovo governo regionale dovrà essere quello di attivare interventi concreti per scongiurare che il peggioramento delle condizioni materiali di vita delle persone si trasformi in deficit di benessere, anche al di là delle condizioni di guadagno e di reddito disponibile, finendo per intaccare la sfera delle opportunità di istruzione e di crescita culturale, di cure mediche e di salute, in una parola, di capitale sociale”.
“In queste fasi di profonda e duratura depressione delle condizioni economiche e sociali giocano un ruolo determinante la qualità delle istituzioni e delle politiche economiche, la lungimiranza dei programmi di intervento e una visione chiara delle traiettorie di sviluppo”, dicono ancora gli industriali. C’è poi il tema delle infrastrutture perché, come spiega Mazzuca, “non è possibile essere tagliati fuori dall’Italia” e perché, come è scritto nel documento, “la competitività di un territorio dipende anche dalla qualità della dotazione di infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali”.
Per attrarre investimenti e per il rafforzamento delle capacità di esportare, poi, gli industriali chiedono “l’istituzione della Zes (zona economica speciale) nella Regione Calabria può rappresentare lo strumento ideale”. Nuova linfa al settore delle costruzioni dovrà poi derivare dall’avvio “di interventi di manutenzione programmata che dovranno tradursi in azioni ordinarie di cura del territorio”, e “dall’ammodernamento e razionalizzazione del patrimonio pubblico attraverso piccoli interventi rapidamente cantierabili finalizzati al risparmio energetico o alla sicurezza”, si legge ancora nel documento.
L’altro tema che sta a cuore agli calabresi è quello del lavoro. “Non chiediamo più reddito di cittadinanza -conclude Mazzuca- ma più politiche attive, che aiutino giovani e donne, il reinserimento in azienda per chi ha perso il lavoro, promozione di esperienze di temporary management per il trasferimento di elevate competenze, iniziative mirate a favorire la mobilità territoriale; percorsi formativi per la riqualificazione delle competenze, percorsi di tutorship per i lavoratori senior per promuovere lo scambio e la cooperazione tra le diverse generazioni”