Gabriella Arcuri *
La violenza sulle donne è una forma di autorità, di possesso e di sopraffazione da parte dell’uomo che proviene da un modello di famiglia patriarcale consolidato nel tempo.
Secondo L’ISTAT, quasi 7 milioni di donne italiane, dai 16 ai 70 anni subiscono almeno una volta nella vita una forma di aggressione. Per il 20,2% si tratta di violenza fisica, per il 21%di violenza sessuale, nel 5,4% si tratta di casi di stupro o tentato stupro.
Nel corso dello scorso anno (2019) lo Stato italiano ha investito solo il 35%dei fondi destinati ai centri antiviolenza, quando – invece – necessitano un maggior numero di strutture di ascolto, di accoglienza e di protezione delle donne.
Basti pensare che in quasi una famiglia su tre si verificano atti di violenza dei mariti sulle mogli: schiaffi, spintoni, lividi, urla, le porte chiuse a chiave. Tutto rimane nelle mure domestiche dove a farne le spese sono i figli minori, che devono assistere increduli, spaventati ed inermi a tali oscenità.
Fortunatamente negli ultimi anni le denunce da parte delle donne sono raddoppiate, segno evidente di un aumento del coraggio a denunciare questi episodi inaccettabili.
Personalmente, come donna e come rappresentante della Democrazia Cristiana ritengo che sia fondamentale creare un rapporto di fiducia con le “vittime” di manipolatori, narcisisti patologici, di violenti, tramite dei centri di immediato rifugio, in cui le istituzioni proteggono da questi soprusi.
E’ importante, anche, e la Democrazia Cristiana dovrà farsene carico per quanto le sarà possibile, intervenire sugli uomini.
L’uomo violento, manipolatore, narcisista, si riconosce da alcune spie per così dire illuminanti: il voler avere sempre ragione; il cambio repentino di umore; la tendenza al vittimismo; la gelosia ossessiva; l’abuso di alcol o di droghe, l’abitudine a denigrare la propria donna.
Sono sintomi negativi da cui viene fuori la violenza maschile che può arrivare poi addirittura al femminicidio, come purtroppo avviene sempre più spesso e di cui troppo spesso se ne occupano le cronache nazionali.
La Democrazia Cristiana deve impegnarsi nel presente e nel futuro per una mobilitazione nazionale al fine di difendere i diritti delle donne le quali meritano di essere libere e di poter vivere in sicurezza per poter esprimersi al meglio e dare il loro contributo fattivo allo sviluppo della società attuale.
La Democrazia Cristiana dunque dovrà lottare per l’approvazione di leggi “ad hoc” e per l’erogazione di fondi che possano finanziare i centri specifici ai aiuto a tali problematiche e con uno sguardo attento alla verifica di se e come questi fondi vengano utilizzati.
Questa è e dev’essere una attività politica da svolgere seriamente, che richiede il suo spazio e la giusta attenzione al posto di tante chiacchere e polemiche inutili che servono solo a distrarci e ad allontanarci dai veri problemi della nostra Società.
La Democrazia Cristiana è sempre stato e sempre lo sarà, in base al proprio < Credo > politico e religioso, il partito che ha permesso agli Italiani di vivere in libertà di pensiero ed in tranquillità. Un bene prezioso che vogliamo e dobbiamo garantire !
Un ultimo accenno lo merita l’insensata partecipazione al Festival di San Remo da parte di un cantante ignorante che inneggia invece alla violenza sulle donne e addirittura alla loro soppressione.
Davvero disgustoso, come lo sono anche coloro che permettono determinate bassezze, in maniera del tutto insensibile e comunque vergognosa, interessati a fare spettacolo a qualsiasi costo ed ovviamente ai loro lauti guadagni.
Credo che una presa di coscienza di necessaria anche i questi casi, oltre ovviamente a verificare se vengano commessi ben precisi reati perseguiti dal Codice penale vigente.
Prof.ssa Gabriella Arcuri (Taranto)
Segretario regionale Dip. Cultura, scuola e Pubblica Istruzione della Democrazia Cristiana Puglia e componente la Direzione nazionale