La segretaria nazionale della Cisl invoca l’unità nazionale sottolineando come “questa emergenza ci impone una riflessione sugli scarsi investimenti destinati alla sanità pubblica”
“Siamo tutti chiamati a rispettare le ordinanze del governo, che nell’estendere la zona arancione a tutto il paese ha preso una decisione sicuramente dolorosa ma che condivido pienamente”. In un colloquio con Il Foglio la segretaria nazionale della Cisl, Annamaria Furlan, dice che per questo motivo, insieme agli altri sindacati, ha spiegato alle imprese che “siamo disponibili a una riduzione modulata, ed eventualmente alla sospensione, dei servizi e delle attività lavorative non essenziali, purché lo si faccia con accordi regionali e territoriali” e anche perché “l’obiettivo prioritario è chiaro quale sia: è “il contenimento immediato del contagio”.
E fa un appello all’unità nazionale, “che deve servire a prendere decisioni importanti per il bene dell’Italia” perché innanzitutto “questa emergenza ci impone una riflessione sugli scarsi investimenti destinati alla sanità pubblica negli ultimi vent’anni” al sistema sanitario nazionale.
E mentre “Francia e Germania spendono oltre il 9 per cento del pil, in sanità, noi il 6,6”. “Dal 2010 a oggi abbiamo tagliato 25 mila posti letto”, chiosa Furlan che esorta il governo ad avere la forza di affrontare l’emergenza economica e dar seguito alle istanze degli ordini professionali che “stimano una carenza di 50 mila infermieri e di 20 mila medici”. E per mostrarsi credibile agli occhi delle istituzioni europee “è obbligato a prendere decisioni importanti qui a casa nostra”.
Per la leader cislina, poi, “ci sono 130 miliardi di euro già stanziati, per le grandi opere e per i piani di messa in sicurezza del territorio” e “sbloccarli subito è fondamentale”, anche prima “di andare a chiedere a Bruxelles nuove risorse” perché così “dimostriamo che siamo in grado di sfruttare al meglio quelle che già abbiamo”.
Al quotidiano che obietta circa la necessità di rivedere le priorità della spesa pubblica, rivedendo almeno in parte Quota 100 e Reddito di cittadinanza, Furlan risponde che ciascuno “si prenda le sue responsabilità” ma che lei si limita di dire che “ogni anno decine di migliaia di giovani vanno via dall’Italia per cercare lavoro altrove. Assumerli è fondamentale, ed è anche molto più saggio di quanto non lo sia il dover richiamare in servizio, in tutta fretta, medici e infermieri appena pensionati”.
“Il governo – conclude Furlan – si è convinto a varare un provvedimento più incisivo del previsto, di almeno dieci miliardi. Bene, e anzi: se trovasse più risorse, sarebbe meglio. L’Unione europea capirà, dovrà capire. L’Ue è chiamata a dimostrare di esserci, a farsi riconoscere dai suoi cittadini come presidio di protezione e di solidarietà. Guai se apparisse sorda ai bisogni dei suoi abitanti, in un momento così drammatico”.
Insomma, la Commissione e la Bce “dovranno garantire liquidità e possibilità d’investimenti” oltre ad una “riduzione dei tassi d’interesse” che sarà indispensabile “per spingere le banche a offrire credito a famiglie e imprese”.
“Nessun lavoratore – intima la segretaria della Cisl – dovrà perdere il suo reddito a causa del covid19, neppure gli atipici o i somministrati. E per gli investimenti produttivi, con cui far ripartire l’economia europea, servirà un grande fondo di garanzia, da alimentare anche con l’emissione degli eurobond”.