“La parola unione, non va mai confusa con la ricerca di un unanimismo ipocrita o con l’imposizione dall’alto di un’unione coatta. L’unione è invece la massima espressione di un corpo vivo in cui ogni persona è parte di un tutto e si riconosce organicamente in questo corpo. In altre parole, l’unità è tale solo se è veramente volta alla ricerca del bene comune e se è realmente espressione di una volontà popolare che affonda le sue radici in un passato comune”.
Di Giuseppe Trizzino
Tentare di fare forma Istituzionale ad un continente non ha nulla a che vedere con una unione eco- finanziaria.
È così che è nata, già vecchia, la nostra Unione Europea.
È stato un esperimento di laboratorio, utile soltanto ai giganti tra i nani.
Non è mai servita a garantire o rafforzare alcun diritto, se non quello speculativo e capitalista dei potenti, lasciando i popoli destinatari solo di doveri.
L’unione degli Stati era ed è, una immagine sacra e diffusa, oltre la quale trova il giusto collocamento la vera ragione d’essere della unione.
Le genti di ogni paese posso unirsi anche con la cultura e la coesione civica, ma questo presuppone tempi e modi per amalgamare il tutto e lievitare una coesione matura e vera.
Questa unione invece, avulsa da ogni regola logica, almeno per le genti, ha uno scopo chiaro, preciso ed univoco.
Adesso a distanza di ventott’anni, ci si pone una legittima domanda.
Ma fare parte ad ogni costo di questa unione è una necessità ?.
No.
A noi Italiani ha portato benessere?
No.
Un popolo che si dica sovrano e che si esprime in una nazione, esce da questo contenitore vuoto, malsano ed impopolare, fatto solo di Burocrazia, maglie strette, ruffiani e mezze calze.
Non per chissà quali astrofisici motivi ma, semplicemente perché non rientra nella volontà popolare dei paesi che la compongono.
Oggi l’Italia, la mia nazione, ha il dovere di interrogarsi sulla utilità e sulla opportunità di lasciare quel percorso intrapreso, allora con scopi nobili e sani, rimasti solo letteratura.
Ogni italiano ha diritto ad esprimersi in tal senso e l’unico modo è un referendum.
Strumento questo che, i luminari della politica sapranno usare, qualora ancora nell’aria veleggi un soffio di libertà, ancor prima che della Democrazia.
E se è vero che siamo cresciuti, lasciando che i grandi e potenti decidessero, allora, per noi, i nostri ultimi ventott’anni, adesso solo un risorgimento potrà evitare che ciò continui per un’altra generazione.
Non siamo europei perché esiste questa Unione, la lo siamo nella misura in cui, impareremo a seguire percorsi comuni e condivisi.
Questa élite burocratizzata continua a bruciare il nostro tempo, i nostri valori, i sogni e le nostre speranze, omologandoci tutti ad immagine e funzione di una classe lobbista, che decide silente per noi ogni aspetto della nostra vita, anche nei pensieri e nei ragionamenti, sino alle nostre azioni e decisioni.
Perciò parlavo di Libertà ancora prima della Democrazia, qualora esista ancora in qualche angolo impolverato della morale umana.
Ad ogni buon conto, Noi siamo Italiani ed abbiamo dato prova di cosa siamo in grado di fare.
Noi siamo coscienti e responsabili, ingegnosi e creativi, sappiamo faticare ed immaginare.
Noi abbiamo costruito i paesi che oggi decantano ordini ed istruzioni, lasciandoci destinatari dei loro poteri.
Questo lo sanno bene i nostri vicini di casa.
Perché noi sappiamo essere europei e lo siamo stati, in verità, quando invece gli altri partner si sono seduti da nazionalisti.
E se è vero che ogni occasione va colta al volo, questo periodo di crisi ed incertezza, nel nostro amato paese, ci ricorda e sottolinea energicamente cosa la nostra unione sta facendo per essere solidale con noi.
In sostanza niente.
E se rimarco un po’di più, i miei ricordi, giungo a ricordare della questione Greca ed allo stillicidio di quei momenti e decisioni sovra popolari.
Ragionandoci su, appare chiaro e lineare come i membri della UE, sono tutti stati cuscinetto, ( e lì chiudo perché sarebbe lunga) tranne la Francia, la Germania, la Spagna è l’Italia.
E se considero che, la Spagna è stata già redarguita e salvata, e l’Italia, lascia fare agli altri per qualche briciolo di pane al veleno ( per mille motivi), ottengo un risultato finale che mi assegna la tanto decantata UE a due soli Stati.
Perciò l’unione è una lobby extraterritoriale in mano a due paesi ( di fatto com’era ai tempi del tentativo della CECA).
Questo ragionamento lo hanno già fatto in Regno Unito con le note e recenti conseguenze.
Si, perché gli Inglesi che hanno stile, il messaggio lo hanno lanciato chiaro.
Dunque di quale Unione stiamo parlando?
La nostra è una semplice, multinazionale con interessi propri.
E quando questi collimano con quelli dei popoli, allora meglio ma se non dovessero coincidere, quelli della unione vengono prima ed al di sopra della volontà popolare.
Tornando in Italia c’è da dire che, i nostri rappresentanti sono stati e sono dei molluschi ed invertebrati, senza spina dorsale, senza orgoglio ne dignità.
Però questa autocritica interna andrebbe argomentata meglio e bene.
Diciamo soltanto che il popolo italiano, vuoi per il relativo benessere vuoi per le comodità, non s’infiamma facilmente e spesso si accontenta con qualcosa di caldo ed immediato.
In conclusione, al lettore lascio il giudizio o la riflessione perché sia d’auspicio una grande ondata di libertà sovrana e soprattutto sia un principio cui ritrovarsi per un cammino comune.
Ciò che unisce non sono i trattati ma le storie, le culture, le lingue, gli usi, le scelte, le speranze e gli interessi popolari.
Lasciamo ai nostri governanti l’amministrazione dei nostri consensi ma mai la nostra fiducia, perché storicamente la fides soffoca la libertà e autodeterminazione.