Canio Trione – Economista*
Siamo all’epilogo di una vicenda che mai si poteva prevedere. Gli italiani stanno dimostrando al mondo una serietà e una capacità di rispettare le regole che nessuno ci avrebbe attribuito! Dimostriamo che le regole, quando sono giuste, vengono rispettate senza bisogno di autoritarismi di alcun genere. Mentre se si impongono tasse o burocratismi ingiusti la vox populi si sente in diritto di ribellarsi e lo fa sfidando i rigori dei potenti di turno.
Ma come si è arrivati all’attuale situazione? Ecco le concause.
-La estrema facilità di viaggiare ha avvicinato mondi diversi e quindi era ovvio che sarebbe accaduto. Già nel passato i colonizzatori europei hanno sterminato intere popolazioni indigene portando loro i nostri bacilli assieme al “progresso”.
-L’idea demenziale di economizzare sulla sanità (cioè sulla erogazione dei servizi essenziali alla popolazione) ha prodotto una scarsità di posti letto, chiusura di interi ospedali, che oggi paghiamo amaramente.
-L’idea ancor più stupida di contingentare gli afflussi alle Università cominciando proprio da medicina ha creato scarsità di personale nei momenti di emergenza (ma anche in quelli normali con liste di attesa da terzo mondo).
-Nonostante questi cali nella erogazione di servizi non si è proceduto alla riduzione di tasse e adempimenti burocratici indebolendo l’economia che ora diviene ancor più assistita di quanto già non lo fosse.
-La medicina, -nel senso della scienza medica- si rivela totalmente assente non avendo (sapendolo da sempre) alcun antidoto ai virus e quindi procedendo con interventi massivi e statistici (cioè non profilassi decisive ma comprimendo le libertà individuali) semplicemente per totale e confessata impotenza! Anche qui per insufficienza di stanziamenti nella ricerca.
-Quindi questa è una epidemia figlia della politica e della amministrazione pubblica. Né si immagina cosa si farà la prossima volta sapendo -come si sapeva- che la domanda non è nel “se” arriverà una nuova ondata di contagi, ma nel “quando”.
–Politica che oggi è stata quasi estromessa dal Palazzo in quanto le Istituzioni vengono dirette dai “tecnici” che dettano le regole da introdurre.
Così quando si parla di antipolitica come una specie di antipatia verso questo o quel personaggio o “parte” politica la si fa passare come una reazione istintiva e incolta. Al contrario la vox populi non sbaglia quando si chiede perché continuare ad affidarsi a questo genere di personaggi e a questo metodo di governo che da tutte le parti ha sbagliato sapendo di sbagliare. La vecchia politica e quella più recente, arrembante ed ignorante che si vorrebbe sostituire ad essa, ha mostrato chiaramente i propri limiti e oggi con lo slogan di “unità” e “ce la faremo” cerca di compattare ancora una volta la gente dietro i propri vessilli.
Ma solo per impedire che nasca una nuova politica colta, ardita, concreta, rispettosa dei veri diritti di ognuno.
Canio Trione* – Economista de Corrierepl.it